Emergenza `ndrine a Reggio, Lanzetta: possiamo sconfiggere la mafia
REGGIO CALABRIA «La situazione della provincia di Reggio Calabria è piuttosto preoccupante, lo dicono tutti gli indicatori e tutte le analisi. La `ndrangheta controlla le attività economiche, cerca d…

REGGIO CALABRIA «La situazione della provincia di Reggio Calabria è piuttosto preoccupante, lo dicono tutti gli indicatori e tutte le analisi. La `ndrangheta controlla le attività economiche, cerca di condizionare la vita sociale e politica e costituisce un ostacolo a qualunque tentativo di crescita economica e avanzamento sociale e civile. Noi siamo consapevoli che costituisca una minaccia grave per il futuro di questa provincia e di questa regione, ma anche per il Paese». È netto il viceministro Filippo Bubbico, intervenuto oggi insieme al ministro Maria Carmela Lanzetta alla riunione del comitato per l’Ordine e la sicurezza a Reggio Calabria.
Sul tavolo, c’è la lunga scia di attentati e intimidazioni che sono stati registrati nel Reggino, come pure quell’anomalo sequestro di armi che qualche tempo fa, ha fatto sospettare che le `ndrine stessero preparando un attentato. Le operazioni di polizia messe a segno dalle forze dell’ordine, coordinate dalla Procura – spiega – dimostrano l’impegno e la determinazione dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata, ma anche la potenza non ancora scalfita dell’organizzazione. «C’è necessità che ciascuno faccia la propria parte – afferma – perché questo è un problema dello Stato, dei cittadini, ma soprattutto delle istituzioni, comprese quelle locali».
Il governo – assicura il viceministro – sa che «la situazione è molto grave, anche il ministro Alfano ha segnalato la necessità di una nuova strategia contro la `ndrangheta». Una strategia cristallizzata in quel piano nazionale per il contrasto alla `ndrangheta, annunciato da Alfano nelle scorse settimane, ma su cui ancora non filtra alcun dettaglio. «Consisterà in una serie di misure – dice, abbottonatissimo, Bubbico – che a breve Alfano formalizzerà in maniera precisa. Ma l’impegno del ministro e del governo è molto forte e determinato». Di certo, a prescindere dal piano, spiega Bubbico, è già in piedi un ragionamento per adeguare le strutture della giustizia e i relativi organici alla pervasività del fenomeno criminale che sono chiamati a contrastare. Un problema più volte segnalato anche dal procuratore capo della Dda, Federico Cafiero De Raho, che più volte ha sottolineato come un pugno di magistrati sia obbligato a fronteggiare una reale emergenza criminale.
«Noi dobbiamo fare della lotta alla criminalità un fattore di crescita per il Mezzogiorno. Qui esistono intelligenze, esistono risorse, competenze, contesti ambientali, naturali dotati di straordinarie potenzialità dal punto di vista della crescita economica. E non dobbiamo mai rassegnarci di fronte alla così alta disoccupazione giovanile, come all’emigrazione di tanti giovani bravi e competenti, che invece sono costretti ad andare via perché le condizioni di agibilità democratica o le garanzie circa le loro libertà individuali non sono sempre presenti». Un argomento e una preoccupazione, espressa anche dal ministro Lanzetta, chiamata nel pomeriggio a presiedere un tavolo tecnico con i sindaci della Locride e della Piana. Oggi, spiega la Lanzetta che nelle vesti di primo cittadino di Monasterace, tante volte si è trovata a battere i pugni chiedendo ascolto e supporto ai ministri in visita nel territorio, «siamo qui per creare un gruppo di lavoro, ascoltare l’analisi del territorio e definire gli strumenti per rispondere».
Un compito arduo, ma il ministro sembra fiduciosa. «Dalla Calabria – afferma – può partire un esperimento per colpire fortemente e persino sconfiggere il fenomeno mafioso se tutti quanti con determinazioni decidiamo da che parte stare e di fare rete e lavoriamo, ognuno per il proprio pezzetto, a liberare questa terra. Perché il guaio più terribile di questa terra è perdere i propri giovani». Un esodo pari, se non peggiore, a quello degli anni Cinquanta per il ministro, che sottolinea: «Dobbiamo pensare a come far rimanere i ragazzi nella nostra terra perché senza di loro non c’è futuro».