Le strane elezioni “senza politica” di Rende
RENDE A Rende Marcello Manna è in campagna elettorale. Ha lanciato un progetto civico, che ha subito ottenuto entusiastiche adesioni all`interno di Forza Italia. I partiti (o, meglio, il partito), pe…

RENDE A Rende Marcello Manna è in campagna elettorale. Ha lanciato un progetto civico, che ha subito ottenuto entusiastiche adesioni all`interno di Forza Italia. I partiti (o, meglio, il partito), però, resta – almeno in questa fase – nelle retrovie. L`avvocato sottolinea a ogni uscita pubblica che si rivolge alla società civile per «un progetto volto al bene comune ed alla buona amministrazione». «Il progetto che proponiamo – dice – è ambizioso: riuscire a fare la buona politica con una casa comunale trasparente e vicina ai bisogni e alle necessità dei cittadini. C`è da ri-costruire un nuovo modello di rapporto tra cittadino e amministratore». L`ispirazione del candidato è, dunque, molto lontana dai partiti. E mira a pescare nel bacino di chi, deluso da qualche performance opaca negli ultimi anni (quelle cristallizzate nella relazione della Commissione d`accesso antimafia, sotto il profilo amministrativo, e quelle politiche della giunta Cavalcanti, naufragata nonostante il consenso elettorale quasi bulgaro), faticherebbe a ridare fiducia alla politica intesa in senso stretto. In questo senso, l`area che sostiene Manna e quella guidata da Mimmo Talarico puntano allo stesso bacino elettorale. E, in parte, alle stesse esigenze dell`elettorato (il rilancio del centro storico e delle contrade periferiche, tanto per ricordare una battaglia buona per ogni “campagna”). “Cambia Rende” (questo il nome della coalizione che sosteneva Mario Toteda, candidato del consigliere regionale ex Idv) ha, però, un problema in più: dopo aver perso (con tanto di giallo sulla defezione) il proprio candidato, non ne ha ancora trovato uno nuovo. Toteda si è fatto da parte per evitare «divisioni tra le famiglie» e tra aree politiche che – per dirla con le parole di Sandro Principe al Quotidiano della Calabria – «hanno fatto un percorso insieme». Ma il suo dietrofront ha ricordato a molti il “gran rifiuto” di Mimmo Barile nel 2006: avrebbe dovuto candidarsi per il centrodestra, poi disse di no e la sua coalizione portò a casa un risultato modesto. Risultato che – secondo molte analisi – “aiutò” Umberto Bernaudo (che era il candidato “ufficiale” del Pd, contro Mimmo Talarico) a superare il 50% al primo turno. E adesso? Adesso i rumors sul sostituto di Toteda spaziano da Massimiliano De Rose a una discesa in campo (ritenuta, però, meno probabile) dello stesso Mimmo Talarico.
Non sta molto meglio il Pd: ha scelto Pasquale Verre, medico, come candidato a sindaco, ma rischia di vedere un`erosione di consensi. Un po` perché l`area Talarico fa riferimento al centrosinistra, un po` perché le fibrillazioni interne dei democrat – i cuperliani protestano per il mancato coinvolgimento nella scelta del candidato – non fanno mai dormire sonni tranquilli. Neppure a Rende, dove i candidati non si scelgono ancora con le primarie. Il punto è che anche il Pd, nel suo percorso di avvicinamento al voto, sembra voler tenere la politica dei partiti in secondo piano, puntando sulla società civile, la categoria più invocata Oltrecampagnano. La scelta finale dei principiani, infatti, era tra due docenti universitari e un medico (Verre, appunto). Di “politica pura” non c`è neppure l`ombra – e lo stesso Principe ha chiarito, nella stessa intervista, che non si candiderà.
Inutile dire che punta sulla società civile pure il Movimento Cinque Stelle, che ha da qualche settimana in Domenico Miceli il suo candidato ufficiale e ha scelto, per il momento, toni soft. Così come L`Italia del Meridione, il movimento legato alle posizioni del presidente del consiglio provinciale di Cosenza, Orlandino Greco, che ha scelto in Luca Pizzini – che arriva dal centrosinistra pure lui – l`uomo per tentare la scalata al Palazzo. Sempre puntando sul sostegno della società civile. (0020)