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«Scopelliti scappa come Schettino»

CATANZARO Scopelliti come il comandante Schettino: lascia la nave (la Regione) per trovare riparo su una scialuppa (il Parlamento europeo. L’accostamento al comandante della Costa Concordia è opera d…

Pubblicato il: 27/04/2014 – 17:33
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«Scopelliti scappa come Schettino»

CATANZARO Scopelliti come il comandante Schettino: lascia la nave (la Regione) per trovare riparo su una scialuppa (il Parlamento europeo. L’accostamento al comandante della Costa Concordia è opera dell’ex governatore, Agazio Loiero, che ha ben chiare le idee sui motivi che hanno spinto l’attuale presidente della giunta a temporeggiare sulle sue dimissioni, annunciate ormai un mese fa. Scopelliti, dice Loiero, «voleva spuntare la sua candidatura alle elezioni europee e agitava a tal fine la minaccia delle dimissioni per farsi appoggiare presso Alfano dai consiglieri regionali del suo nuovo partito. Le dimissioni dunque nulla hanno mai avuto a che fare con la Calabria, i suoi interessi, i suoi problemi». Ma proprio adesso, nel momento in cui sembra imminente il dietrofront, Scopelliti «vorrebbe raggiungere un secondo obiettivo: farsi votare proprio dai consiglieri che lui, scappando dalla nave per tentare di mettersi in salvo, come il comandante Schettino, manda a casa sei mesi prima del tempo».
Eppure, a parere di Loiero, esisteva un modo più dignitoso di uscire di scena dopo la pesante condanna ricevuta nel processo Fallara: «Mettersi da parte in silenzio, (senza accusare la magistratura che fino ad oggi con lui, tutto sommato, non è stata malvagia) in attesa del giudizio d’appello, conferendo l’incarico a un vicepresidente, che avrebbe gestito la regione fino alla sua fine naturale, per tentare di dare soluzione ad alcuni dei tantissimi nodi irrisolti della sua fallimentare gestione».
Problemi pratici a cui si aggiungono anche quelli d’immagine. «In passato – continua l’ex governatore – mai era avvenuto nella storia del regionalismo calabrese che il Consiglio venisse sciolto prima del tempo, come mai era avvenuto che lo stesso destino toccasse a un Comune della dimensione di Reggio Calabria. Un particolare che accentuerà la demonizzazione del nostro territorio, che sarà ritenuto insalvabile, sui tavoli che contano. Non si tratta di cosa di poco conto. In entrambi i casi il trauma degli scioglimenti ha luogo per colpa di Scopelliti. E lui per tutta risposta fugge via, tentando di mettersi in salvo da solo in Europa».
Infine, un ultimo interrogativo «di cucina politica»: a chi sarà affidata la vicepresidenza della giunta? Secondo Loiero in una situazione del genere la scelta non può spettare solo a Scopelliti, perché, dopo la condanna, il suo potere di decidere in solitudine è «ridimensionato».
«La logica politica – ragiona Loiero – vorrebbe che affidasse l’incarico a Giuseppe Gentile, che oltre tutto è il consigliere anziano, al quale la legge affida tale funzione di governo nel caso in cui il presidente non intendesse designare una figura. Fra l’altro Gentile, per gli eventi politici avvenuti negli ultimi tempi e per il fatto di essere l’uomo forte della giunta e del partito, dovrebbe apparire la scelta naturale. A me, per quello che conta il mio giudizio, non piace, ma riconosco che almeno garantirebbe un poco d’autonomia rispetto alle ingerenze di un presidente decaduto. Ma Scopelliti compirà tale scelta? O questa cadrà su di una figura minore, più flessibile ai desiderata elettorali del candidato alle elezioni europee? Una regione da utilizzare dunque dal presidente, anche in assenza del Presidente, come una cosa propria. La Calabria ridotta a piccolo stato asiatico fuori dai confini del mondo democratico. Speriamo che i calabresi se ne accorgano. In questi oltre quattro anni di governo Scopelliti ha fatto tutto quello che ha voluto, infischiandosi dell’opposizione e anche dei suoi alleati. Quando qualcuno gli faceva notare che certe decisioni avvenivano del tutto scisse dal più elementare codice di democrazia, lui rispondeva che erano stati i calabresi ad affidargli, con il loro voto, la libertà di fare le sue scelte. Poi, tali scelte, le avrebbe sottoposte al giudizio degli elettori. Ecco, adesso il momento è giunto».

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