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CAOS SCAJOLA | «Se non mi candidano scoppia il casino»

LAMEZIA TERME «Se non mi candidano è guerra aperta». Scajola era quasi sicuro di essere uno dei nomi di Forza Italia per le prossime elezioni europee. Matacena aveva invece bisogno di un appoggio pol…

Pubblicato il: 08/05/2014 – 19:41
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CAOS SCAJOLA | «Se non mi candidano scoppia il casino»

LAMEZIA TERME «Se non mi candidano è guerra aperta». Scajola era quasi sicuro di essere uno dei nomi di Forza Italia per le prossime elezioni europee. Matacena aveva invece bisogno di un appoggio politico. Sta forse in queste due diverse esigenze l`origine della “collaborazione” tra l`ex ministro dell`Interno e l`ex deputato berlusconiano. Solo che la situazione è difficile per entrambi. Scajola preme per essere inserito in lista, ma trova le resistenze dei vertici del suo partito, ancora imbarazzati per la vicenda della casa con vista Colosseo che l`imprenditore Anemone avrebbe acquistato “all`insaputa” dello stesso Scajola. Vicenda dalla quale il notabile forzista uscirà pulito, dopo l`assoluzione in primo grado emessa dal Tribunale di Roma. Ma la sua immagine pare comunque troppo ammaccata per un partito che ha già a che fare con le grane giudiziarie del capo. Quindi la candidatura sembra fin dall`inizio a forte rischio, e infatti alla fine Scajola non farà parte della squadra che si confronterà alle europee del 25 maggio. Ma nei giorni precedenti l`ufficializzazione delle candidature, l`ex ministro è smanioso. È convinto di poterla spuntare. Incontra pure Gianni Letta e Fedele Confalonieri. È lui stesso a parlare dell`incontro alla moglie, durante un dialogo intercettato dagli inquirenti. Con gli storici collaboratori del Cavaliere – è proprio Scajola a raccontare i particolari – ha usato parole grosse, si è lamentato della situazione che si è creata e li ha minacciati che se non si risolve il problema fa scoppiare «un casino indimenticabile». Perché «Claudio non ha bisogno di persone che lo raccomandano, ha bisogno di sapere se lo rispettano altrimenti è guerra aperta». Ma l`entourage di Berlusconi ha già preso la sua decisione. Scajola resta a casa. A spiegarne i motivi sarà Giovanni Toti, il “consigliere politico” dell`ex premier: «Non ci sono uomini buoni per tutte le stagioni e alcuni personaggi si sposano più con la vecchia politica che con la nuova». Dichiarazioni che anche Chiara Rizzo, moglie di Matacena, commenterà con l`ex ministro durante uno dei dialoghi finiti nelle carte dell`inchiesta. Scajola, in un`intervista a La zanzara di Radio 24, replicherà: «Sentire da Toti in televisione che il mio nome poteva essere un danno è stata una coltellata in una ferita, non me l`ha data neppure un avversario politico, nessuno. È arrivata da uno uscito ora da sotto un cavolo, uno che che fa il consigliere politico. Un`infamia». Nemmeno il Cavaliere esce indenne dalle recriminazioni: «Non sento Berlusconi da due mesi e quando ci ho parlato mi disse che la mia candidatura era una buona idea. Non capisco cos`è cambiato in questi mesi. D`altra parte quali altri attacchi mediatici potevo ancora subire? E sui sondaggi ho fatto delle verifiche e sono tutti positivi, al contrario di quello che è stato detto a Berlusconi. È strano che nel mio partito siano garantisti con i condannati e non con me che sono stato assolto in un processo. Ho preso un calcio nel sedere dal mio partito, ma non vado con Alfano». Oggi lo scoppio del caso Matacena. (0040)

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