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ROGO AL CAMPO | Trecento sfollati. Solo l'orario ha evitato la tragedia

COSENZA Non è ancora certa la dinamica, ma l’incendio che è nato tra le baracche del campo rom si è mangiato tutto. La baraccopoli sorta e cresciuta sulle rive del fiume ancora una volta ha conosci…

Pubblicato il: 02/06/2014 – 22:00
ROGO AL CAMPO | Trecento sfollati. Solo l'orario ha evitato la tragedia

COSENZA Non è ancora certa la dinamica, ma l’incendio che è nato tra le baracche del campo rom si è mangiato tutto. La baraccopoli sorta e cresciuta sulle rive del fiume ancora una volta ha conosciuto le fiamme, divampate attorno alle tredici e trenta, quando le famiglie si accingevano a pranzare. Tutto sommato una fortuna, fosse stato di notte quelle persone sarebbero state colte nel sonno e le conseguenze sarebbero state ben più gravi. Infatti non si contano feriti se non alcuni intossicati lievemente. All’inizio pareva ci fossero dei dispersi, perché tra le famiglie mancavano alcuni membri. In realtà dopo essersi allontanati dalle baracche in fiamme, alcuni ragazzi erano tornati indietro, nel disperato tentativo di salvare almeno i documenti, che allo stato delle cose sono quanto di più prezioso quella gente possa conservare. Il vento che spingeva le fiamme da nord verso sud ha permesso al fuoco di avvolgere ogni cosa, vanificando  la speranza che almeno una parte del villaggio si fosse salvato in seguito al sopraggiungere dei vigili del fuoco.
La scena desolante che i pochissimi che riuscivano a superare i severi controlli delle forze dell’ordine potevano vedere era tristissima e terribile. Una coltre spessa di fumo si alzava dalle macerie fatte di legna, cartone, lamiere e plastica, mentre i pompieri continuavano a gettare acqua sui piccoli roghi ancora attivi. Il pericolo maggiore era rappresentato dalle bombole di gas, utilizzate dalle famiglie rom per cucinare e scaldarsi d’inverno. I vigili erano infatti intenti a raffreddarle, essendo il metallo caldissimo e ancora a rischio di esplosione. Distante da tutto ciò, una popolazione dolente e sgomenta cercava di darsi animo. Famiglie con bambini piccoli, incomprensibilmente lasciati esposti ai fumi certamente nocivi dell’incendio, uomini che cercavano di poter tornare indietro per salvare quel che in realtà non c’èra più. Il sindaco Mario Occhiuto, con mascherina sanitaria sul viso, è giunto sul luogo per avere una esatta misura di quanto accaduto e organizzare una tempestiva ospitalità per i circa trecento sfollati. È probabile che l’incendio che si è appena consumato acceleri la sua decisione di aprire una tendopoli in uno spazio tra l’Amaco e l’ex mercato ortofrutticolo. Intanto con sollievo si è vista arrivare una autobotte della Protezione civile. Poteva essere utile per dare sollievo ai bambini e ai molti che sotto il sole e tra il fumo avevano sete, ma la mancanza di bottiglie e di qualunque altro recipiente ha vanificato la cosa. I volontari da sempre impegnati presso la comunità rom cercavano di persuadere i capi famiglia ad andare al Comune, dove era all’ordine del giorno una riunione del consiglio. Un’idea che era piaciuta a tanti, mentre altri non intendevano lasciare quel desolato presidio per poter tornare alle loro baracche una volta che i vigili del fuoco saranno andati via. Non sanno che del loro campo non resta più nulla.
Nel frattempo, il consiglio comunale di Cosenza, riunito sotto la presidenza di Luca Morrone, veniva rinviato a giovedì 12 giugno prossimo. La decisione è stata assunta nella conferenza dei capigruppo, convocata dallo stesso Morrone ad inizio seduta, proprio dopo aver comunicato l’impossibilità del sindaco a partecipare ai lavori dell’assemblea consiliare a causa dell’incendio divampato nel campo rom. Nell’occasione, i consiglieri di minoranza presenti hanno depositato un ordine del giorno proprio sulle determinazioni da assumere rispetto alla questione del campo rom che, pertanto, sarà inserito tra i punti in discussione nella seduta del 12 giugno.

Michele Giacomantonio

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