REGGIO CALABRIA This is the end. Il consiglio regionale congeda definitivamente i suoi membri. La legislatura è finita. L’assemblea calabrese ha “preso atto” delle dimissioni del governatore Scopelliti, rassegnate già dallo scorso 29 aprile. È l’ultimo atto di un’esperienza amministrativa durata 4 anni, e culminata con il passo indietro – seguito alla condanna a sei anni di reclusione, che determina la sospensione per effetto della legge Severino – di Peppe Scopelliti. Dopo un temporeggiamento durato più di un mese, il presidente del Consiglio mantiene invariato l’ordine iniziale dei lavori e – dopo l’approvazione della riduzione dei componenti e il varo della nuova legge elettorale – rende possibile i titoli di coda del film del centrodestra e le nuove elezioni in autunno. Talarico procede secondo quanto stabilito dall’articolo 60 del Regolamento del Consiglio: ciascun consigliere può prendere la parola per non più di cinque minuti, poi il presidente congeda tutti. Ci si aspetta la chiosa finale delle opposizioni, un commento ultimo e definitivo su un governo e una maggioranza a lungo criticata, anche se spesso solo verbalmente. E infatti i banchi del centrosinistra sono desolatamente vuoti, il Pd non c’è. Nessuno ha da dire una parola sulla stagione scopellitiana. Pasquale Tripodi, ex Udc transitato nel gruppo Misto, è l’unico a rimanere in aula. Tutto intorno c’è il nulla di una minoranza rimasta improvvisamente afona.
Dall’altro lato i “difensori” di Scopelliti sono quasi tutti presenti. Il primo a prendere la parola è Gianpaolo Chiappetta, che torna a ribadire l’importanza delle dimissioni di Scopelliti, «un gesto che fa recuperare credibilità alle istituzioni». Ed è proprio il capogruppo Ncd a sottolineare l’assenza dell’opposizione: «Sarebbe stato auspicabile un dibattito il più ampio possibile, prendo atto che l’aula è deserta e questo non fa bene alle nostre istituzioni». Ma l’arringa più appassionata la sostiene Nazzareno Salerno: «Faccio politica da quando ho i calzoni corti. Quattro anni di governo non possono essere cancellati così. Questo percorso è stato interrotto per motivi esterni alla politica. La Calabria non è una regione facile da governare e ringrazio Scopelliti per aver dato tutto se stesso. Dico grazie a lui e a tutti i colleghi della maggioranza». Anche Tallini, passato in Forza Italia, riconosce le “virtù” dell’ex governatore: «Con Scopelliti abbiamo avuto tanti scontri, ma accettava tutti i contributi e le proposte di giunta erano sempre condivise. Non l’ho seguito in Ncd, ma ha rispettato comunque le mie idee. La sua scelta andava ponderata meglio». L’assessore catanzarese definisce «assurda» la legge Severino che decreta la sospensione dell’ex presidente, «una guida eletta democraticamente. Adesso si torna al voto a novembre con l’obiettivo di ricomporre il centrodestra, anche e per conto di quella che è stata l’esperienza di Scopelliti».
Anche Gianluca Gallo (Udc) rivendica «un’azione di governo con molte più luci che ombre». Tocca a Tripodi, l’unico superstite della minoranza. Ma non dice nulla sui quattro anni del centrodestra al potere. Si limita a sottolineare – riferendosi al prossimo Consiglio straordinario nel quale verrà approvato l’assestamento di bilancio – che in quella occasione non potranno «essere approvati atti licenziati in commissione ma che la maggioranza non ha deciso di portare in aula per tempo». Stop. «Congedo definitivamente i consiglieri regionali», dice Talarico. Fine dei giochi.
Pietro Bellantoni
x
x