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CASO SCAJOLA | Due giorni per il riesame di Lady Matacena

REGGIO CALABRIA Bisognerà attendere venerdì per conoscere l’esito del riesame dell’ordinanza di custodia cautelare chiesto da Chiara Rizzo, ormai nota come Lady Matacena, arrestata circa un me…

Pubblicato il: 10/06/2014 – 22:00
CASO SCAJOLA | Due giorni per il riesame di Lady Matacena

REGGIO CALABRIA Bisognerà attendere venerdì per conoscere l’esito del riesame dell’ordinanza di custodia cautelare chiesto da Chiara Rizzo, ormai nota come Lady Matacena, arrestata circa un mese fa perché accusata di aver agevolato il marito, l’ex parlamentare di Forza Italia, Amedeo Matacena, nel sottrarsi a una condanna definitiva per mafia e nell’occultare il suo immenso patrimonio. Il presidente Leonardo ha infatti annunciato che per i coniugi, come per l’ex ministro Scajola, il cui riesame sarà discusso domani, la decisione arriverà solo fra un paio di giorni. Nulla di fatto invece per l’ex parlamentare di Forza Italia. Il Tribunale ha infatti accolto l’istanza di rigetto della richiesta di riesame avanzata dal pm Giuseppe Lombardo, sulla base del particolare status di irreperibilità di Matacena, assistito dagli avvocati Vincenzo Caccavari e Corrado Politi. Stando a quanto sostenuto dal pm e accolto dal Tribunale, i legali non avrebbero titolo a presentare richieste per il proprio assistito, perché pur in possesso di una delega firmata e trasmessa in Procura, per i giudici «non è certa l’origine e l’autenticità della firma di Matacena». «Sarà lui stesso a presentare istanza di riesame da Dubai», fanno sapere i legali al termine di una lunghissima giornata di udienza.
Nel frattempo però, sembra aggravarsi la posizione della moglie dell’ex parlamentare in fuga. Stando alla produzione documentale messa agli atti dal pm Giuseppe Lombardo di fronte al Tribunale del riesame, quello della Rizzo appare un ruolo tutto fuorché ancillare, come evidenziato nella rettifica del capo di imputazione contestato alla donna e ad altri coindagati.
Per la pubblica accusa, anche sulla base degli elementi raccolti nel corso delle perquisizioni disposte contestualmente all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare, la donna sarebbe infatti la reale dominus dell’operazione di intestazione fittizia che avrebbe permesso all’armatore di spostare la titolarità di diverse società, con sede nei più diversi paradisi fiscali. Un’operazione a orologeria, ricostruita in dettaglio dalla Procura, e che secondo i pm sarebbe stata scadenzata sulla base del complicato e lungo iter dei procedimenti a carico di Matacena. Ma non solo. Alla luce dei nuovi elementi, tanto a carico della Rizzo, come della madre di Matacena, del suo factotum Martino Politi, come del presidente e legale rappresentante di una delle società, Antonio Chillemi, e «altri soggetti in corso di compiuta ricostruzione» gli inquirenti arrivano a prefigurare anche un’ipotesi di favoreggiamento reale perché «fornivano il proprio contributo causale al complessivo programma delittuoso diretto ad eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali ovvero di agevolare la commissione di uno dei delitti di cui agli articoli 648, 648 bis e 648 ter ideato e attuato da Matacena Amedeo Gennaro». Un accenno che sembra prefigurare un allargamento dell’inchiesta non solo in ordine ai reati contestati, ma anche al numero degli indagati.
«Noi siamo qui per discutere il riesame di un’ordinanza custodiale e delle contestazioni che in quell’ordinanza sono contenute» ha affermato, uscendo dall’aula d’udienza Bonaventura Candido, uno dei legali della Rizzo, che insieme al collega Carlo Biondi ha insistito nel chiedere l’annullamento dell’ordinanza o in subordine i domiciliari per la propria assistita. (0090)

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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