AMANTEA Nuova tegola sul porticciolo turistico di Amantea. La struttura è stata sequestrata dagli uomini della capitaneria di Porto di Vibo e dalla locale delegazione di spiaggia su disposizione del gip Carmine De Rose che ha accolto il provvedimento emesso dal procuratore capo, Bruno Giordano. Secondo l’accusa, la struttura sarebbe stata realizzata senza avere la concessione marittima. L’indagine, coordinata direttamente da Giordano, e portata avanti dagli uomini della Capitaneria di porto ha avuto inizio, su specifica delega d’indagine, nel giugno dello scorso anno, ed è terminata con la notifica del reato per sei soggetti, tra cui i commissari prefettizi nominati all’epoca del commissariamento comunale (2007) e l’attuale responsabile dell’ufficio Tecnico manutentivo del Comune di Amantea. Tutti indagati, in concorso tra loro, per aver arbitrariamente occupato il suolo demaniale marittimo tramite la realizzazione della struttura portuale sita in località Campora San Giovanni del Comune di Amantea. Consentendo così di trarre un ingiusto profitto e vantaggio patrimoniale a danno dell’erario. «In particolare, i soggetti deferiti – si legge in una nota del comando della Capitaneria di Porto di Vibo – si sono resi responsabili dei reati di occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo, in quanto non hanno posto in essere le regolari procedure amministrative tese a potersi rilasciare la concessione demaniale marittima. Per poter, infatti, rilasciare tale atto sarebbe stato necessario completare le procedure di collaudo, ad oggi ancora non eseguite, e si sarebbe dovuto provvedere a corrispondere i pagamenti dei canoni demaniali, che in virtù del perpetrarsi negli anni dell’occupazione abusiva, ammontano ormai ad oltre tre milioni di euro. Ad oggi, infatti solo poco più di duecentomilaeuro risultano versate dal Comune all’Agenzia del Demanio». Il porticciolo era già stato sequestrato nel corso dell’operazione Nepetia contro il clan Gentile-Africano e poi era stato riaperto dai Commissari prefettizi. Erano stati loro a concedere la gestione della struttura a una cooperativa.
Grazie a quella concessione il Comune tirrenico aveva incamerato circa 300mila euro all’anno che sono state impiegate per la gestione del porto e per le attività di dragaggio. Ma la tegola che si abbatterà sulle casse comunali ora è pesante perché oltre al rischio di dover restituire l’intera somma al Demanio dovrà rescindere anche i contratti con le imbarcazioni ormeggiate. Infatti, su disposizione della Procura, le circa 300 imbarcazioni presenti nel porticciolo turistico sequestrato, dovranno essere rimosse ai rispettivi proprietari entro 15 giorni. «Alla scadenza di tale periodo – conclude la nota –, si procederà alla chiusura definitiva del porticciolo turistico e si provvederà coattivamente alla rimozione delle unità che saranno ancora ormeggiate nello stesso». E sigilli sono stati posti anche ai prefabbricati, alle banchine, ai pontili, allo scivolo e ai varchi principali del porto. Decisamente una nuova tegola soprattutto perché arrivata all’inizio della stagione estiva. (0090)
Roberto De Santo
r.desanto@corrirecal.it
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