REGGIO CALABRIA «Dall’inizio dell’estate veniamo letteralmente bombardati di segnalazioni. Mai come quest’anno siamo stati sommersi di telefonate che ci indicano cani abbandonati, feriti, intere cucciolate da recuperare. Reggio Calabria era già la città con più alto tasso di randagismo in Italia, adesso sta diventando un’emergenza». È netta Candida Naccarato, anima e volto dell’associazione onlus “Dacci una zampa”, nello spiegare perché insieme ad altri attivisti ha deciso di occupare, recuperare e mettere in funzione il canile comunale di Mortara di Pellaro. La struttura, completata nel lontano 2008 e costata all’amministrazione 650mila euro, non è mai stata messa in funzione. Nell’agosto 2013, una controversa gara – finita fra ricorsi al Tar e carte bollate – ha assegnato in via provvisoria la struttura, ma da allora nulla si è mosso. «Nel frattempo – dice la Naccarato – i problemi sul territorio rimangono, da anni l’Asp non fa una campagna di sterilizzazione, ci sono migliaia di randagi per strada e Reggio rimane l’unica città a non avere né canili né rifugi municipali. Nonostante le centinaia di incontri e tavoli tecnici a cui noi stessi come associazione abbiamo partecipato, nulla si è mosso. E l’emergenza cresce». Da quando anche il canile di Taurianova ha dovuto chiudere i battenti e sospendere le convenzioni con le amministrazioni comunali perché colpito da interdittiva antimafia – spiegano dall’associazione – la situazione peggiora di giorno in giorno, perché non esiste un rifugio municipale nel raggio di centinaia di chilometri. E tutte le promesse e rassicurazioni ricevute negli anni dalle amministrazioni variamente interpellate, sono rimaste vane. Nel luglio scorso il Comitato reggino per i randagi (Coorr), realtà che raggruppa le associazioni animaliste del reggino, aveva chiesto e ottenuto dalla Regione un tavolo tecnico sulla questione, all’esito del quale era stato promesso uno stanziamento di 30mila necessario per finanziare una convenzione tra l’Asp e le cliniche veterinarie private mirata alla sterilizzazione dei randagi. Ma quel progetto sperimentale è rimasto lettera morta, come lettera morta sono rimasti gli interventi di ripristino della struttura di Mortara. «Già qualche mese fa – sottolinea la Naccarato – lo avevamo denunciato e la situazione ad oggi non è cambiata. Quando siamo arrivati qui abbiamo trovato il cancello aperto, le porte sfondate, una struttura mai utilizzata e già fatiscente. Da oggi pomeriggio abbiamo iniziato a pulire e già da questa sera porteremo i primi cani. Io e altri volontari questa notte rimarremo qui a presidiare». Storica associazione reggina che si occupa di recupero di animali abbandonati, l’onlus “Dacci una zampa” è ormai un punto di riferimento in città. «Proprio questa mattina sono stati i vigili urbani a contattarci per segnalarci una cucciolata abbandonata e che stasera porteremo qui», sottolineano dall’associazione che spesso è stata chiamata a sostituirsi alle istituzioni nella gestione del fenomeno del randagismo e dell’abbandono, tanto recuperando animali, come promuovendo campagne di sensibilizzazione. «Se siamo arrivati ad occupare il canile – concludono – è perché siamo stanchi di sentirci presi in giro. Come associazione vogliamo fare appello ai cittadini perché ci sostengano e ci diano una mano. Chi ha voglia di portare del cibo, dell’acqua o semplicemente dare una mano è benvenuto. Noi non stiamo facendo una battaglia di settore. I cani sono un problema di tutti e il canile, che è stato finanziato con i soldi dell’amministrazione, è di tutti».
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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