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Il boss Lampada lascia il carcere

Continuerà a scontare la condanna nel reparto di uno dei tanti ospedali del servizio sanitario nazionale il boss Giulio Lampada, di recente condannato in appello a 14 anni e 4 mesi di reclusione pe…

Pubblicato il: 18/07/2014 – 13:39
Il boss Lampada lascia il carcere

Continuerà a scontare la condanna nel reparto di uno dei tanti ospedali del servizio sanitario nazionale il boss Giulio Lampada, di recente condannato in appello a 14 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa ed altri reati. Il Tribunale della Libertà di Milano, all’esito di una nuova perizia del medico legale specialistico secondo cui la patologia di cui soffre il Lampada non è compatibile con lo stato carcerario, ha disposto il trasferimento del boss presso un reparto, rigettando l’opposizione della Procura, che voleva il ricovero presso un centro clinico interno al circuito penitenziario.
Una decisione in controtendenza rispetto a quella della Corte d’appello, che in precedenza aveva respinto la richiesta di scarcerazione per incompatibilità con il regime detentivo, presentate dal legale del boss sulla base di una perizia medico-legale redatta dal professore Francesco Bruno. Per i giudici infatti, le condizioni di salute di Lampada erano perfettamente compatibili con il regime carcerario ed il regime di eccezionale rilevanza delle connesse esigenze cautelari proprie della persona del condannato. Valutazione non condivisa dal Riesame, che ha invece permesso al boss il ricovero in un comune ospedale accogliendo la richiesta dell’avvocato Giuseppe Nardo.
Considerato il capo dell’omonimo clan, che da Reggio Calabria ha costruito su mandato dei De Stefano- Condello la propria fortuna in Lombardia, Lampada è stato di recente condannato a 15 anni e sei mesi di reclusione, solo sei mesi in meno di quanto disposto dai giudici di primo grado. Per i giudici, è a capo dell’omonimo clan che grazie anche al business delle slot machine aveva allungato i propri tentacoli su Milano, ma senza rinunciare ai solidi e altolocati agganci in Calabria. Nei guai, per i rapporti fin troppo cordiali con il boss sono finiti infatti anche l’ex consigliere regionale Franco Morelli e l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria Vincenzo Giuseppe Giglio, arrestati entrambi insieme a Lampada e condannati rispettivamente a a 4 anni e 5 mesi e a 8 anni e 3 mesi, grazie alla riduzione delle pene inflitte in primo grado.

 

a. c.

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