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Omicidio Pioli, due ergastoli

PALMI Due ergastoli, una condanna a 18 anni di carcere e due assoluzioni. È il verdetto emesso dai giudici della Corte d’assise di Palmi a conclusione del processo di primo grado per l’omicidio di …

Pubblicato il: 25/07/2014 – 16:03
Omicidio Pioli, due ergastoli

PALMI Due ergastoli, una condanna a 18 anni di carcere e due assoluzioni. È il verdetto emesso dai giudici della Corte d’assise di Palmi a conclusione del processo di primo grado per l’omicidio di Fabrizio Pioli, il giovane elettrauto di Gioia Tauro, che venne ucciso nel febbraio del 2012 e il cui corpo venne trovato circa un anno dopo. Secondo l’accusa, Pioli fu ucciso perché aveva intrecciato, a Melicucco, un piccolo comune della Piana di Gioia Tauro, una relazione con una donna sposata, Simona Napoli. La Corte ha condannato al carcere a vita il padre della donna Antonio Napoli e il nipote Francesco Napoli, cugino di Simona. Dovrà scontare, invece, diciotto anni di reclusione il fratello della ragazza, Domenico. Mentre è stata assolta la madre di Simona e Domenico, Rosina Napoli. Assolto anche Domenico Galatà che era accusato di favoreggiamento nei confronti di Antonio Napoli. 

Il Tribunale ha disposto il risarcimento, a titolo di provvisionale, di 500mila per il padre di Fabrizio Pioli e 250mila a testa per le due sorelle della vittima. 

Alla lettura del dispositivo erano presenti in aula il padre, le sorelle e altri parenti di Fabrizio. «È una sentenza giusta – ha detto l’avvocato Annamaria Domanico, legale del papà del giovane elettrauto –. Anche se questo verdetto non riporterà in vita Fabrizio. La famiglia ha sempre cercato giustizia, non vendetta». 

Subito dopo la scomparsa di Fabrizio Pioli era stata ritrovata la sua auto carbonizzata. Ma il suo corpo venne ritrovato un anno dopo. Per recuperare il cadavere, sarebbe stata fondamentale la confessione di Antonio Napoli, ricercato dal 23 febbraio 2012 (giorno in cui non si sono avute più notizie del ragazzo) e costituitosi poco prima del ritrovamento. Per gli inquirenti sarebbe stato Napoli, assieme ai suoi familiari, ad ammazzare Fabrizio “reo” di aver intrapreso una relazione con la figlia, Simona, sposata e mamma di un bambino. È stata Simona stessa, nell’immediatezza dei fatti, ad accusare la sua famiglia. 

La giovane sin da subito ha puntato il dito contro suo padre e suo fratello. In particolare, in un colloquio intercettato dagli inquirenti, nel giugno del 2012, la ragazza (nascosta in una località protetta) parlava con un avvocato e chiedeva novità. Appena il legale riferì che alcuni elementi avrebbero fatto pensare che Fabrizio fosse stato ucciso («Mi sa che è morto»), Simona cominciò a piangere e singhiozzare, dicendo: «Li voglio dentro tutti, dalla A alla Z, tutti dentro li voglio, gli faccio fare l’ergastolo, te lo giuro su Dio». (0050)

 

m.m.

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