CATANZARO Manna si sfoga, la Coldiretti replica. «Con un linguaggio, peraltro scurrile e non da esteta, che denota a dire poco nervosismo e nessuna raffinatezza, il dirigente generale del Bilancio Pietro Manna ha perso letteralmente le staffe ed è intervenuto sul suo profilo pubblico Facebook offendendo pesantemente chi ha partecipato al sit in organizzato dalla Coldiretti Calabria sotto il suo “fortino di carta”, nonché centro di potere che gli ha permesso di uscire dal sottobosco dell’anonimato: l’assessorato regionale al Bilancio». Pietro Molinaro presidente della Coldiretti calabrese risponde per le rime al dg della Regione che ha accusato gli agricoltori di averlo tenuto «in ostaggio».
«Ma perché, innanzitutto, un dirigente generale scrive cose di una gravità inaudita sul suo profilo pubblico Facebook? Cosa lo ha spinto a farlo? Lati oscuri di un assurdo attacco. Forse la difesa di se stesso, del suo operato o della “manna” che gli è piovuta inaspettata dal cielo grazie ai salotti buoni che frequenta e che gli garantiscono “macchina blu” con autista e rigorosamente con il sevizio dell’autolavaggio garantito (altro che, come afferma trattori usciti dall’autolavaggio e che invece da persone civili quali siamo puliamo direttamente noi agricoltori); o la difesa dello “stipendione” che tutti i cittadini gli assicurano, senza nessuna verifica dei risultati verso la collettività, tranne la Corte dei conti che puntualmente lo ha fatto?».
«È un interrogativo – continua Molinaro – che lasciamo a chi conosce uomini e cose. Gli consigliamo di fare, ma forse già l’ha fatto, il tragitto a piedi di 100 chilometri e andare a San Giacomo di Compostela: si garantirà la vita eterna. Tra l’altro, non si è visto e non sapevamo che fosse a “palazzo” perché, come i codardi, entra ed esce da porte secondarie (altro che ostaggio) per non vedere i visi solcati dalle rughe di molti agricoltori presenti e non stringere le loro mani callose (forse gli danno fastidio?), nonché la generosità di chi legittimamente qualche risposta meritava di averla. Ma lui, evidentemente non è generoso. O meglio: è molto difficile per lui spiegare come abbia pagato, in modo a dir poco ambiguo, fino ad oggi i decreti e a chi? La domanda è tuttora valida e attende una risposta. Forse un’indagine della magistratura non farebbe male, anzi, farebbe bene. Anche noi pensiamo che tutti i settori produttivi e le categorie debbano avere quello che gli spetta, non siamo egoisti, siamo per la giustizia sociale e non diciamo bestemmie (come ci vuole far passare il Manna), e se questo non è accaduto moltissime responsabilità ricadono su di lui. La Coldiretti non ha padroni e non fa “rappresentazioni farsesche travestendosi da sindacato”; essa è libera e si onora di difendere da 70 anni, fedele alle sue origini, una classe imprenditoriale e produttiva che ha un fortissimo riconoscimento dei cittadini e che l’esimio dirigente forse non conosce. Quello che spaventa, è che a “volpi” come Manna, esperte nel togliere la speranza e alimentare sudditanze con il potere dell’ultima firma, è affidato il presente e speriamo non anche il futuro di questa regione. Non sappiamo da dove venga l’autorevolezza del dirigente regionale, però, dopo aver chiesto scusa a Coldiretti Calabria e per essa ai tantissimi agricoltori soci e ai sindaci che hanno aderito al sit in e ai rappresentanti istituzionali regionali, che guarda caso sono il suo datore di lavoro, lo sfidiamo, nel luogo che lui vorrà scegliersi, a un pubblico confronto».
Non basta, perché il presidente di Coldiretti “chiede la testa” di Manna: «Chiediamo alla presidente Stasi la rimozione immediata dall’incarico, visto che evidentemente non può garantire la necessaria imparzialità nelle importantissime funzioni che svolge. Per parte nostra ci riserviamo ogni necessaria azione legale a difesa della dignità delle persone e della Coldiretti Calabria. Infine, visto che come afferma di lavorare 10 ore al giorno,(noi molto di più, compresi sabato, domenica e festività), siamo pronti a omaggiarlo di un fazzoletto “giallo Coldiretti”, per asciugarsi e stare sereno».
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