Bindi: l'omicidio Scopelliti non resti un delitto perfetto
CAMPO CALABRO Il procuratore generale della Corte di Cassazione, Antonino Scopelliti, ucciso in un agguato di mafia il 9 agosto 1991, è stato ricordato nel corso di una cerimonia a Piale di Campo Cal…

CAMPO CALABRO Il procuratore generale della Corte di Cassazione, Antonino Scopelliti, ucciso in un agguato di mafia il 9 agosto 1991, è stato ricordato nel corso di una cerimonia a Piale di Campo Calabro, in provincia di Reggio Calabria. Alla cerimonia ha partecipato una delegazione della Commissione parlamentare antimafia guidata dalla presidente Rosy Bindi e composta dai componenti Davide Mattiello, Rosanna Scopelliti (figlia del magistrato) e Enza Bruno Bossio. Presenti, il viceministro della Giustizia, Enrico Costa, il capo della Polizia, Alessandro Pansa. La presidente della Commissione Bindi ha accompagnato il corteo d’onore che ha deposto tre corone d’alloro davanti alla stele in memoria del magistrato. «Mi emoziono ogni anno – ha detto Rosanna Scopelliti – per partecipare ad una memoria che per troppi anni è stata un po’ ferma e trascurata ma che oggi cammina sulle gambe dei calabresi onesti, dei giusti che papà non lo hanno mai dimenticato e che oggi hanno il coraggio di dire di essere contro la ‘ndrangheta e ammettere che la ‘ndrangheta c’è e ha ammazzato il giudice Scopelliti. Mio padre – ha proseguito Scopelliti – non è un eroe ma un martire di questa terra ed il mio più grande rammarico è che non ci sia stata ancora verità e giustizia su questo delitto».
«La presenza qui è una testimonianza dell’impegno di tutte le forze dell’ordine nella lotta alla criminalità organizzata – ha detto il capo della Polizia Alessandro Pansa –. Una testimonianza che facciamo davanti a una stele, a un caduto, a uno dei tanti caduti di quell’esercito che, dalla seconda metà degli anni ’80, avviò la prima vera rivolta contro la mafia. È stato un percorso con molti caduti e con molti servitori dello Stato che hanno rischiato la vita». Pansa ha poi indicato la presenza dei giovani «che sono – ha detto – la vera speranza della Calabria di oggi».
«Non possiamo rassegnarci al fatto che il delitto Scopelliti resti un delitto perfetto. Senza mandanti e senza esecutori. La Commissione parlamentare antimafia, anche questa volta, è pronta a fare la propria parte». Lo ha detto Rosi Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia.
«Siamo qui – ha aggiunto Bindi – anche per chiedere che, dopo 23 anni, si possa provare ad affermare la verità. Siamo intanto accanto a Rosanna, a questi giovani e a tutte le istituzioni della Calabria perché si è rotto l’oblio. Oggi si ricorda. Non si ha paura di parlarne. Spesso si negano mandanti ed esecutori perché si vuole negare l’esistenza delle mafie. Questo non avviene più ed è un grande passo in avanti».