Ultimo aggiornamento alle 16:50
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 6 minuti
Cambia colore:
 

Minniti: «Non sprechiamo un'occasione storica»

FALERNA «Io non ho alcun ruolo nelle cose calabresi. Lo dico qui e lo dico con grande serenità ed estrema franchezza. In altre stagioni ho diretto il partito e delle scelte del partito calabrese so…

Pubblicato il: 28/08/2014 – 15:31
Minniti: «Non sprechiamo un'occasione storica»

FALERNA «Io non ho alcun ruolo nelle cose calabresi. Lo dico qui e lo dico con grande serenità ed estrema franchezza. In altre stagioni ho diretto il partito e delle scelte del partito calabrese sono stato, assieme ad altri, protagonista. Oggi sono un semplice militante, al servizio di chi è stato chiamato ad occuparsi del partito e, più in generale, del mio partito e di tutti i democratici calabresi. Non penso esista nel nostro dibattito alcun “Papa nero”, è un termine che non mi piace e comunque poi, come ho avuto modo di segnalare a un amico giornalista calabrese, sono al massimo un militante abbronzato ma non sarò mai un “papa nero”».

Così Marco Minniti, sottosegretario con delega ai Servizi segreti, dalla Festa dell’Unità a Falerna dove, nella serata inaugurale, ha risposto alle domande del direttore del Corriere della Calabria, Paolo Pollichieni, su “Europa, Mediterraneo, Italia”, cerca di mettere la parola fine a ogni polemica, sincera o strumentale che sia, circa una sua candidatura a governatore saltando le primarie.
Giacché si trova, Minniti ne approfitta anche per rivolgere un accurato appello ai protagonisti di questa controversa stagione del Pd calabrese: «Abbiamo un dovere verso la nostra terra, il nostro partito, i nostri giovani. Abbiamo un dovere verso noi stessi: non sprechiamo un’occasione che è storica, direi irripetibile, per salvare il Pd e per imprimere una svolta vera e profonda alla Calabria». Spiegherà, nel corso della lunga intervista, seguita da centinaia di attenti e interessati cittadini, militanti nel Pd e non, di spiegare una per una le ragioni che autorizzano a dire di questa «storica e irripetibile» occasione. Intanto, però, ha esortato tutti a non cadere «in quello che è il nostro consolidato errore»: ritenere che la vittoria sia scontata. «Vi assicuro che non è così: sbaglia chi ancora si ostina a pensare che in Calabria non vi sia un voto di opinione. C’è ed è un bene che ci sia! E noi quel voto dobbiamo conquistarlo, offrendo la nostra onestà e la nostra credibilità, certo, ma anche evitando di mortificare quella richiesta di un cambiamento vero, reale e profondo che tutti ci fanno. Se falliamo noi dilagherà il peggiore populismo. Io spero che i miei amici comprendano bene questa e le altre cose che andremo a discutere stasera. A loro faccio un appello accorato perché non si debba, domani, vivere con lo scrupolo di avere gettato alle ortiche un’occasione che, ribadisco, considero storica e irripetibile».
E anche sull’urgenza di andare al voto Minniti è stato franco, chiaro e persino, in alcuni passaggi, commosso: «Ma come si può equivocare anche su questo? Da 119 giorni la Calabria non ha una rappresentanza democratica. In democrazia le crisi vanno risolte subito e si risolvono in un modo solo: con il voto». Ma non basta, c’è anche una ragione pratica per fare in fretta: «Un giovane e appassionato presidente del Consiglio, che oggi i maggiori leader europei indicano come esperienza da emulare, è venuto qui tre volte in sei mesi di mandato. Quando venne a Reggio la prima volta era il 14 maggio. Raccolse indicazioni, mise al lavoro una cabina di regia, disse: ci rivediamo esattamente tra tre mesi, in modo che di questi progetti si possa discutere anche con chi sarà chiamato a governare la Regione Calabria. Qualcuno ironizzò sul fatto che Renzi sarebbe tornato a Reggio il 14 di agosto. Io, conoscendolo, invitai a non sottovalutarlo: se dovete prendere impegni vacanzieri fatelo per il 13 o per il 15 agosto, perché il 14 vedrete che Renzi sarà puntualmente qui. Il 14 agosto lui c’era, la Regione Calabria no. È troppo chiedere che la nostra regione abbia una rappresentanza democratica al più presto? È scandaloso chiedere questo? È lesa maestà verso qualcuno invocare una rapida uscita dall’assoluta paralisi regionale immediatamente? Si può essere così presi dalle proprie personalissime, ancorché legittime, ambizioni da non capire che qui giochiamo con il futuro dei nostri giovani e della nostra terra? Adesso – prosegue Minniti – Renzi ha riconvocato la cabina di regia a Roma ma la Calabria non ha rappresentanti, il lavoro viene portato avanti perché Renzi è caratterizzato dal passo veloce, va di corsa, non può fare altrimenti visti i ritardi che abbiamo accumulato. Ha già detto che tornerà a Reggio il 7 novembre e che spera per quella data di poter discutere con i rappresentanti del Comune di Reggio e della Regione Calabria democraticamente eletti. È uno scandalo pretendere che, almeno questa volta, l’appuntamento non salti o dobbiamo rassegnarci a vedere Renzi che in Prefettura verrà ad incontrare se stesso e basta?».
La folla è ammutolita. L’applauso scatta con ritardo, forte, convinto, liberatorio, quasi che prima fosse indispensabile uscire dalla paralisi attonita che quelle parole e la passione, mista a grande amarezza, con la quale venivano pronunciate avevano provocato.

Tutto questo senza eludere il tema del dibattito, anzi accompagnandolo. Perché, ha spiegato Minniti, è la nuova strategia che Renzi sta imponendo all’Europa ad assegnare alla Calabria un ruolo da protagonista: «Nel bene o nel male – ha detto il responsabile dell’Intelligence italiana – l’Africa sarà lo specchio dell’Europa. È per questo che la sua prima visita ufficiale all’estero Renzi la dedica alla Tunisia. Non va in America o in Germania, appena insediato vola in Tunisia per attestare che non si muoverà più seguendo l’asse Est-Ovest ma quello Nord-Sud. E qui si apre il ruolo che la Calabria può assumere, che Gioia Tauro può assumere, nel momento in cui il governo Renzi colloca Gioia Tauro tra le dieci opere nazionali strategiche per lo sviluppo del Paese. E qui c’è la fine della disinformazione e dell’embargo attorno a Gioia Tauro e attorno al Corridoio 5, che non serve per giustificare il Ponte sullo Stretto, serve per portare Gioia Tauro ad essere strategica anche come porto europeo. Nove ore per raggiungere il cuore dell’Europa con le merci sbarcate a Gioia Tauro o lì lavorate o viceversa. Servono treni veloci e le Omeca questo sanno fare: costruire treni veloci. Siamo, verrebbe da dire nostro malgrado, al centro di un progetto che prevede investimenti per diverse decine di miliardi e un indotto a questi proporzionale. Ecco perché ho parlato e parlo di un’occasione storica irripetibile. Possiamo restarne fuori per inseguire le nostre beghe e le nostre paturnie?».
Conclude con un auspicio, usa il film “L’attimo fuggente” come metafora. Si dice affascinato dal suo protagonista, Robin William, e rattristato per la sua drammatica morte. «In quel film un insegnante è chiamato a gestire una classe impossibile. Fatta di individualismi e di rancori, di cattiverie e di disfattismo. Quell’insegnante non si arrende come altri, va avanti nell’impari lavoro assegnatogli. Quando la classe si interrogherà se averlo ancora come docente, il primo a rompere il ghiaccio sarà proprio lo studente che più gli è stato ferocemente contrario. Si alza e pronuncia una frase che ormai è celebre: “Capitano, mio capitano”. Uno alla volta la ripeteranno tutti gli altri. Io auspico, mi auguro e auguro a tutti noi, che la Calabria possa affidarsi al Pd e possa rivolgersi al nostro partito dicendo: “Capitano, mio capitano”». (0050) 

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x