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Calabria.it, Arena: vertenza chiusa

REGGIO CALABRIA A poche ore dall’ennesima visita dei carabinieri, piombati in mattinata negli uffici di palazzo Campanella per acquisire nuova documentazione relativa alla vicenda di Calabria.it, toc…

Pubblicato il: 10/09/2014 – 18:30
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Calabria.it, Arena: vertenza chiusa

REGGIO CALABRIA A poche ore dall’ennesima visita dei carabinieri, piombati in mattinata negli uffici di palazzo Campanella per acquisire nuova documentazione relativa alla vicenda di Calabria.it, tocca all’assessore regionale Demetrio Arena dare l’annuncio della chiusura ufficiale – almeno sul fronte sindacale – della vertenza. «Ieri sera – annuncia – è stato firmato l’accordo quadro che prevede il passaggio degli oltre centotrenta lavoratori di Calabria.it a Fincalabra». Un esito da più parti e per lungo tempo auspicato per i dipendenti della società in house di Regione Calabria da mesi messa in liquidazione che, stando ad una legge regionale, avrebbero dovuto essere trasferiti già da tempo alle dipendenze di Fincalabra. Un obbligo mai ottemperato – nonostante le proteste di lavoratori e sindacati – dagli ormai ex vertici della finanziaria regionale, formalmente decaduti ma per lungo tempo in grado di firmare atti e delibere, che per i sindacati non avrebbero fatto altro che ingarbugliare ulteriormente la situazione. Un limbo durato mesi che sembra essersi concluso con la firma dell’accordo quadro annunciato da Arena che prevede il passaggio in blocco dei lavoratori alla finanziaria regionale, l’applicazione per tutti del contratto del settore credito che un tavolo tecnico si occuperà di armonizzare con quello attualmente sottoscritto dai 132 dipendenti di Calabria.it. Certo – deve ammettere Arena – «alcuni guadagneranno qualcosa in più, altri qualcosa in meno, ma per chi rischia di rimanere senza lavoro avere una garanzia di continuità è già un successo. Il contratto del credito inoltre è assolutamente sufficiente dal punto di vista remunerativo e del resto, quello di Invitalia sottoscritto da questi lavoratori, non esiste più. Era figlio di altre epoche, altri tempi, altre contrattazioni». Una grana che toccherà a sindacati e management gestire – e probabilmente ai lavoratori ingoiare – mentre la Regione può già mettere in conto un risparmio di 1, 4 milioni di euro. «Il costo del lavoro è stato fissato in 5 milioni di euro l’anno – dice Arena – rispetto ai 6,4 milioni della precedente gestione». Ma per l’attuale maggioranza è – forse – anche un modo per mettere a tacere le polemiche – soprattutto interne – che hanno caratterizzato la gestione della vertenza. Al fianco dei lavoratori di Calabria.it si è infatti schierato il presidente della commissione di vigilanza Chizzoniti, che al riguardo ha presentato tre esposti alla Procura di Catanzaro, ma ha soprattutto ingaggiato un vero e proprio braccio di ferro con i vertici di Fincalabra e con il suo ex presidente Umberto De Rose. Ma oggetto degli strali del presidente della commissione di Vigilanza è stato anche lo stesso Arena che sulla questione – hanno più volte denunciato i sindacati – ha sempre mantenuto un “colpevole silenzio” e un’ altrettanto colpevole disattenzione, permettendo al presidente e al vice di Fincalabra di dare mandato al commissario liquidatore, Attilio Funaro, per disporre l’annunciato licenziamento di tutti i lavoratori. Ipotesi naufragata – anche per pressioni sindacali e politiche – e oggi a quanto pare cancellata dalla firma dell’accordo quadro che prefigura per tutti un rapido assorbimento in Fincalabra, ma soprattutto – almeno negli auspici di Arena – «che si spengano i riflettori su una vicenda che ha portato grandi conflittualità». Tensioni che si sono consumate tutte o quasi all’interno della maggioranza. «Questa vicenda è stata appesantita da tutti i soggetti coinvolti. Se ciò non fosse avvenuto avremmo potuto risolverla prima», afferma l’assessore regionale che se la prende con «la cultura meridionale e calabrese in particolare che porta i soggetti deboli a rivolgersi a personaggi della politica o delle istituzioni per vedere rispettato un proprio diritto, aprendo percorsi deleteri che allontanano dalla risoluzione del problema. Il rischio è infatti che la ricerca del consenso porti a privilegiare l’interesse di singoli piuttosto che l’interesse generale». Una «riflessione generale, non riferita né riferibile a nessuno in particolare» la definisce Arena, ma che somiglia molto ad un messaggio al vetriolo per chi, magari con denunce ed esposti, ha fatto scoppiare il bubbone. Di certo, la vicenda non sembra chiusa per l’autorità giudiziaria. «La procura catanzarese – rende noto proprio oggi Chizzoniti – ha chiesto copia di ulteriori documenti dal cui contesto emergono incredibili responsabilità sul versante politico» per quella legge regionale che imponeva l’assorbimento automatico dei lavoratori in Fincalabra «ex ante – dice il presidente della commissione di vigilanza – anguillescamente raggirata». Ma la questione potrebbe anche diventare oggetto di polemica parlamentare, grazie alle interrogazioni – non dimentica di evidenziare Chizzoniti – presentate in parlamento dagli onorevoli Dalila Nesci e Paolo Parentela del Movimento 5 stelle «che hanno sollevato il caso Calabria It ed anche quello connesso agli omessi recuperi dei notevoli importi percepiti da imprese poi dichiarate decadute dai benefici erogati».

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