Omicidio Liuzzi, a giudizio la figlia
REGGIO CALABRIA Assieme al compagno avrebbe picchiato il padre ottantenne selvaggiamente fino a ucciderlo per “motivi abietti e futili legati a pretese patrimoniali”: è per rispondere di queste pesan…

REGGIO CALABRIA Assieme al compagno avrebbe picchiato il padre ottantenne selvaggiamente fino a ucciderlo per “motivi abietti e futili legati a pretese patrimoniali”: è per rispondere di queste pesantissime accuse che il prossimo 6 ottobre Filomena Liuzzo dovrà presentarsi insieme con Filippo Zampaglione davanti ai giudici della Corte d’Assise di Reggio Calabria. Per i pm Stefano Musolino, che ha condotto le indagini, e Sara Amerio, che condurrà l’accusa in dibattimento, la coppia – difesa dall’avvocato Miccoli – sarebbe responsabile del barbaro pestaggio che ha ucciso l’anziano, ritrovato con il cranio fracassato all’interno della sua abitazione il 15 aprile del 2010. Una ferita – ha rivelato l’autopsia – che non poteva essere frutto di una caduta accidentale, né di un incidente, ma che per gli inquirenti è stata provocata da un oggetto piuttosto pesante che qualcuno si è preoccupato di far sparire dalla scena del delitto. Qualcuno che probabilmente conosceva il pensionato e di certo non è entrato in casa per sottrarre qualcosa. Agli occhi degli investigatori che si sono presentati in casa non appena i congiunti di Liuzzo hanno dato l’allarme gli ambienti si erano presentati perfettamente ordinati, senza alcun segno di colluttazione e sulle serrature non c’era alcun segno di scasso. Tutti indizi che hanno portato inquirenti e investigatori a puntare subito sul ristretto entourage del pensionato, fino ad arrivare alla figlia dell’anziano e al compagno, che tuttavia hanno sempre negato qualsiasi coinvolgimento. Un giallo cui toccherà alla Corte d’assise trovare soluzione.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it