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Gli studenti calabresi, la tecnologia e il lavoro che verrà

CATANZARO Il lavoro che verrà. Gli studenti, prossimi al completamento del ciclo di studi superiore – anche in una regione disagiata come la Calabria – pensano che l’evoluzione tecnologica avrà un …

Pubblicato il: 09/10/2014 – 9:46
Gli studenti calabresi, la tecnologia e il lavoro che verrà

CATANZARO Il lavoro che verrà. Gli studenti, prossimi al completamento del ciclo di studi superiore – anche in una regione disagiata come la Calabria – pensano che l’evoluzione tecnologica avrà un impatto rilevante sul lavoro, e sulle loro chances di trovarne uno: l’89,7% reputa, infatti, che l’innovazione in corso sia destinata a favorirli sul mercato dal momento che i nativi digitali hanno conoscenze e competenze che saranno sempre più richieste dalle aziende. È quanto emerge della ricerca “Verso il Lavoro 2.0. Creare valore con le competenze in rete” realizzata dal Censis con il contributo della Regione Calabria e che è stata presentata oggi a Roma. Alla presentazione sono intervenuti Andrea Toma, responsabile del settore Formazione e Innovazione del Censis; Pippo Pagano, componente della Commissione Lavoro del Senato; Mario Caligiuri, assessore alla Cultura della Regione Calabria, e Giuseppe Roma, direttore generale del Censis. «Dalla ricerca – è detto in un comunicato del Censis – emerge, inoltre, che anche le modalità di occupazione cambieranno in positivo: il 73,6% dei calabresi tra i 16 e 18 anni pensa che le condizioni di lavoro miglioreranno perché sarà possibile riuscire a conciliare meglio vita privata e professionale. E anche la propensione a fare impresa troverà con le tecnologie nuovo impulso, grazie alle opportunità offerte dalle tecnologie e dalla rete nel promuovere la nascita di nuove imprese. L’immagine del futuro del lavoro ad alta intensità di tecnologia – si afferma ancora nella nota – non e’ però tutto rose e fiori: una discreta quota di studenti, il 53,4%, pensa che sarà sempre più difficile nel futuro riuscire a conservare un lavoro perché la rapidità del processo innovatore accelererà l’invecchiamento delle competenze ed un altro 52,3% pensa che un maggiore impiego di tecnologie sarà comunque destinato a sostituire il lavoro dell’uomo, con effetti rilevanti sugli stessi livelli occupazionali. Il 45,8% degli intervistati ritiene, inoltre, la rete uno strumento oggi imprescindibile per alcune attività, mentre per il 9,9% il web rappresenta quanto di più reale e stimolante possa esserci non solo in termini di innovazione ma anche come vettore di sviluppo della propria vita sociale, della propria carriera lavorativa, della comunicazione. Il diffuso interesse che i giovani calabresi hanno mostrato di fronte alla possibilità di svolgere un lavoro in rete assume forme e caratteri ben precisi, e a loro volta si canalizzano verso profili professionali determinati. Ben il 21,9% dei giovanissimi è interessato a svolgere in futuro un lavoro in rete perché ne è profondamente appassionato e con tutta probabilità cercherà di realizzare questa ambizione. A questo si aggiunge un ulteriore 15,9% che non esclude a priori tale possibilità. Due i profili verso i quali converge il loro interesse: da un lato, la figura dello sviluppatore (24,9%), attualmente molto ricercata sul mercato e ambita specialmente dai ragazzi (32,6%) e, dall’altro lato, la professione del graphic designer (22,5%), che interessa di più le ragazze (44,5%)».
«La rete è forse la sola scintilla – è detto ancora nella ricerca del Censis – oggi in grado di riattivare il desiderio di mettersi in proprio, di indipendenza e creatività dei giovani più intraprendenti. A ben guardare sono proprio i ragazzi che si dichiarano interessati a svolgere in futuro un lavoro in rete e che appaiono molto più propensi a scrollarsi di dosso i timori ed accettare la sfida del mercato: il 48,5%, infatti, è interessato ad avviare in futuro un’attività in proprio e cercherà di farlo».

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