di Antonio Ricchio
Ad Arcore Wanda Ferro non c’era mai stata. Silvio Berlusconi ne aveva parlato nei giorni scorsi con Santelli: «Senti Jole, perché non venite a casa da me così avrò la possibilità di conoscere la nostra candidata alla presidenza della Regione Calabria?». Detto, fatto. Le due si sono presentate a casa Berlusconi all’ora di pranzo. Ad accoglierle, oltre all’ex Cavaliere, c’erano Francesca Pascale, Maria Rosaria Rossi e Giovanni Toti. A loro si è unito Luigi Berlusconi, il figlio maschio minore, che ha intrattenuto i commensali con una serie di riflessioni sul quadro economico internazionale. La colazione a base di insalate miste, tonno e roastbeef all’inglese, definita da Santelli e Ferro «sobria e dietetica», è servita per rompere il ghiaccio e affidare ufficialmente all’ex commissario della Provincia di Catanzaro il compito di guidare il centrodestra in Calabria. Berlusconi ha ascoltato con attenzione Wanda Ferro, si è detto «affascinato» dalla storia di militanza politica dell’ex aennina, e ha incalzato l’aspirante governatrice (alla quale, prima di andare via, ha regalato un braccialetto tricolore, un libro sulla storia del partito azzurro e un foulard) con una serie di domande su come intende impostare la campagna elettorale.
Il leader di Forza Italia non scenderà in Calabria: la condanna che sta scontando gli impedisce di spostarsi oltre a Roma ma non farà mancare la sua voce nella campagna in vista del voto del 23 novembre. Berlusconi ha in mente di affidare a una serie di interviste e di messaggi televisivi il suo endorsement per la candidata tanto gradita a Santelli.
I toni durante il pranzo sono quasi da campagna elettorale, con tanto di accusa di brogli elettorali, e parole di fuoco rivolte ai “cugini” di Ncd, che il Cavaliere torna a chiamare «traditori», riaccendendo lo scontro con Angelino Alfano e allontanando la prospettiva di una “reunion” per le regionali, proprio a partire dalla Calabria. «Dobbiamo superare la scissione dei nostri parlamentari», è l’esortazione lanciata, per la ricostruzione del centrodestra, dall’ex premier, che non fa alcun riferimento a un ricongiungimento con Ncd ma, anzi, attacca: «Il governo è tenuto in piedi da 32 senatori che erano stati eletti dai nostri elettori». Parole che incendiano Ncd, riunita nella prima festa nazionale dalla sua nascita, in Puglia. Se davamo retta «a chi voleva affondare il governo oggi l’Italia sarebbe nelle mani di Grillo», replica Alfano da Ceglie Massapica.
L’ipotesi di un’alleanza oggi appare infatti remotissima, come conferma uno dei “big” azzurri più vicini al Cavaliere, Maria Rosaria Rossi. «Credo che non ci potranno essere accordi espliciti con chi ha tradito il proprio padre politico», spiega.
Tra oggi e domani a Roma è in programma l’incontro tra Verdini, Matteoli, Quagliariello e Gentile. I rappresentanti del Nuovo centrodestra ribadiranno che l’accordo si può fare, ma solo base nazionale. Ma è difficile che Forza Italia rinunci al sostegno della Lega Nord (che pone il veto su Ncd) in Emilia Romagna per far contenti gli alfaniani.
Se rottura sarà, Ncd avrà davanti due strade: tentare di trovare a Roma un accordo con il Pd e imporre e Mario Oliverio di trovare uno spazio nella coalizione che lo sostiene ovvero provare a costruire un cartello centrista assieme all’Udc. A proposito, oggi è in programma la riunione del comitato regionale dei centristi. Le voci si rincorrono. Alcuni consiglieri regionali dello Scudocrociato – su tutti Gianluca Gallo e Ottavio Bruni – la loro scelta l’hanno già fatta: correranno con il centrosinistra.
Twitter: @AntonioRicchio
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