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"Marlane", danni per 27 milioni

PAOLA Procede spedito verso la conclusione il processo contro i vertici, i dirigenti e i responsabili della cosiddetta “fabbrica della morte”. In questa fase il procedimento sta cercando di valutar…

Pubblicato il: 17/10/2014 – 10:29
"Marlane", danni per 27 milioni

PAOLA Procede spedito verso la conclusione il processo contro i vertici, i dirigenti e i responsabili della cosiddetta “fabbrica della morte”. In questa fase il procedimento sta cercando di valutare le responsabilità civili per quello che, secondo l’accusa, sarebbe avvenuto attorno e all’interno dell’ex stabilimento tessile Marlane di Praia a Mare. Stando alle indagini coordinate dalla Procura di Paola e sostenute anche in accusa dai pm Sonia Gambassi e Maria Camodeca, la condotta portata avanti dall’azienda tessile negli anni avrebbe comportato un vero e proprio disastro ambientale in questa area. Da qui la richiesta della parti civili, tra cui – oltre naturalmente i legali dei dipendenti presunte vittime dei “veleni” della Marlane – anche il Comune di Praia a a Mare, “Medicina Democratica” e altre associazioni ambientaliste e sigle sindacali, di richiedere un risarcimento per il danno causato alla zona. Stando a quanto avrebbe accertato una nuova perizia realizzata dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, i danni ammonterebbero a oltre 27 milioni di euro. Una somma – stabilita dopo il sopralluogo effettuato i primi di settembre dai tecnici dell’Ispra accompagnati da alcuni legali delle parti civili –necessaria a mettere in sicurezza solo una parte dell’area. Si tratterrebbe di circa quarantamila metri quadrati che, secondo le indagini portate avanti dal procuratore capo di Paola, Bruno Giordano, sarebbero contaminate da sostanze altamente pericolose. In particolare in quei terreni il consulente tecnico della Procura di Paola, Rosanna De Rose, avrebbe riscontrato altissime concentrazioni di sostanze cancerogene. Prima tra tutte il cromo esavalente. Un metallo pesante conosciuto per gli effetti devastanti sull’organismo e che sarebbe presente, soprattutto, nei coloranti come quelli utilizzati per la produzione di tessuti della Marlane. In un campione prelevato nello spazio antistante lo stabilimento, nel corso delle indagini, sarebbe stato rinvenuto, inoltre, nel sottosuolo un colorante azoico in una percentuale che il perito tecnico definisce «impressionante»: 646 grammi su un chilogrammo di terreno analizzato. Da qui la tesi dell’accusa, sostenuta anche dalla perizia tecnica effettuata dall’equipe di tecnici nominati dal presidente del Tribunale di Paola. Così nei prossimi giorni si svolgeranno le udienze per stabilire le responsabilità civili di questo presunto disastro. A parlane saranno le difese dei vertici dell’Eni, delle Manifatture Lane “Gaetano Marzotto” (azienda subentrata nella titolarità dello stabilimento fino alla sua chiusura nel 2004) e della Regione Calabria. Nelle prossime udienze – fissate tra la fine di ottobre e i primi di novembre, invece si tornerà nel vivo del procedimento penale con le memorie difensive dei 13 imputati accusati a vario titolo vari reati: da lesione e omicidio colposo a omicidio volontario con dolo eventuale. E se la tempistica fissata dal Tribunale di Paola dovesse essere rispettata a fine novembre ci sarà la sentenza di primo grado su una vicenda che ha lasciato troppi morti su questa porzione del Tirreno cosentino.

 

Roberto De Santo
r.desanto@corrierecal.it

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