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"San Gennaro", l'Unical ha agito nella legalità

Gentile direttore, la nota degli studenti di “Controverso”, pubblicata sul sito Corrieredellacalabria.it, contiene non solo informazioni infondate e strumentali, ma gravissime affermazioni nei confro…

Pubblicato il: 18/10/2014 – 11:14
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Gentile direttore,
la nota degli studenti di “Controverso”, pubblicata sul sito Corrieredellacalabria.it, contiene non solo informazioni infondate e strumentali, ma gravissime affermazioni nei confronti dell’Ateneo che rappresento.
Per queste ragioni, e sicuro di trovarla sensibile rispetto al disagio e ai danni causati dalla vicenda, anche e soprattutto per la considerazione di cui l’Università della Calabria gode nell’opinione pubblica, non solo a livello regionale, Le chiedo cortesemente di pubblicare questa lettera.
Intanto, ho già disposto il tempestivo avvio di ogni iniziativa utile per tutelare, nelle sedi competenti, l’immagine e il prestigio dell’Unical. Frasi offensive e diffamatorie, come quelle contenute nella nota di “Controverso”, sono inaccettabili.
Sono, ripeto, affermazioni di estrema gravità, e con riflessi ad ampio raggio: dall’impresa che ha appaltato il lavoro in questione, alle numerose altre con le quali l’Ateneo ha avuto e mantiene rapporti, fino alle stesse procedure che le norme prevedono a salvaguardia della correttezza e della legalità degli atti, e agli organismi che ad esse sovrintendono.
È noto, infatti, che il rilascio da parte delle autorità competenti della certificazione antimafia per ogni impresa che ha manifestato interesse, è un presupposto obbligatorio e ineludibile per procedere all’appalto.
Se, dunque, l’Università della Calabria avesse concorso al perverso sistema di favori e compromissioni, da cui discenderebbe la «mafia del cemento» denunciata da “Controverso”, significherebbe anche mettere in discussione la probità e la liceità di controlli e garanzie irrinunciabili. E questo, certamente, è interesse e volontà di tutti accertare con il massimo scrupolo e inflessibilità.
Sono certo, perciò, visti i ruoli e gli interessi in gioco, che a quella intrapresa dall’Università della Calabria, seguiranno altre iniziative finalizzate a fare chiarezza, ma anche a porre limiti ben precisi alla possibilità di infangare il buon nome delle persone e delle istituzioni, a qualunque livello.
Passo, adesso, alle considerazioni, anzi per meglio dire, alle bugie di carattere “tecnico” di cui è infarcita la nota di “Controverso” sul complesso abitativo “San Gennaro”.
Gli studenti parlano di luogo non edificabile. Da quali presupposti, e sulla base di quali elementi, questa affermazione discenda, non è dato sapere. È certo, al contrario, che nessun divieto di costruzione ha mai riguardato la zona o è subentrato nel corso dei lavori, modificando le caratteristiche e gli obiettivi del progetto.
Ma non è l’unico avventato giudizio espresso da “Controverso”. Non ha rispondenza alla realtà, infatti, nemmeno il riferimento ai gravi danni che il complesso “San Gennaro” avrebbe subito, addirittura fino a vedere compromessa la stabilità e la tenuta delle strutture edificate.
Va ricondotto, invece, ad un normale intervento di miglioramento del sistema di regimentazione delle acque piovane, peraltro già programmato e di imminente esecuzione, quello che per gli studenti di “Controverso” sarebbe addirittura una sorta di Vajont in salsa calabrese. Una rappresentazione fantasiosa e lontana mille miglia dalla realtà.
Del tutto priva di fondamento, poi, è l’affermazione secondo la quale l’Università non darebbe corso all’accertamento di eventuali responsabilità nell’esecuzione dei lavori, senza però indicare quali sarebbero queste responsabilità e quali decisioni dell’Ateneo configurerebbero condotte contrarie al perseguimento dei propri interessi.
In questo strumentale, disordinato e contorto insieme di considerazioni, viene arbitrariamente coinvolto anche il prorettore al centro residenziale, prof. Luigino Filice, indicato da “Controverso” addirittura come «testimone» dei fatti denunciati e d’accordo con quanto sostenuto nella nota.
La risposta a queste affermazioni sta nella determinazione con cui il prof. Filice ha chiesto all’Università di procedere contro i firmatari del documento in questione, nelle sedi competenti.
Mi permetta un’ultima annotazione, che riguarda proprio la “tenuta” strutturale delle residenze di “San Gennaro”. Esse vanno considerate non solo in relazione alle esigenze degli studenti, ma rappresentano un’opera “strategica” anche sotto il profilo della sicurezza. Precisamente, è stato adottato un sistema con “pali di fondazioni” opportunamente progettati al fine di rendere l’opera predetta capace di resistere a qualsiasi eventuale sollecitazione sismica e in grado di soddisfare tutti i profili di emergenza e le esigenze organizzative che ne deriverebbero.
Non ho altro da aggiungere da questo punto di vista. Rimangono, invece, l’amarezza e il turbamento che la nota di “Controverso” ha provocato in me e nella comunità universitaria di Arcavacata. Ancor più per la disponibilità al dialogo e al confronto, che ci viene riconosciuta. Tutto si sarebbe potuto risolvere in un sereno, pacato confronto che, lungi dall’imporre loro idee diverse, certamente avrebbe fornito agli studenti elementi di valutazione concreti e reali. Evitando all’Università il danno di immagine che purtroppo ha subìto.
La ringrazio per l’attenzione e Le invio cordiali saluti.

 

*Rettore dell’Unical

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