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Quando il discepolo supera il maestro

Devo essere onesto. Lo faccio con rammarico, avendo fatto da anni una battaglia contro sia il maestro che il discepolo, dover riconoscere a Enzo Bruno di aver superato il suo maestro perché ha saputo…

Pubblicato il: 22/10/2014 – 11:01
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Devo essere onesto. Lo faccio con rammarico, avendo fatto da anni una battaglia contro sia il maestro che il discepolo, dover riconoscere a Enzo Bruno di aver superato il suo maestro perché ha saputo utilizzare tutti gli strumenti che il suo mentore ha sempre usato nella sua lunga storia politica. Come il suo maestro anche lui conquista la scena sulle disavventure e i guai degli altri. Come il suo maestro anche lui utilizza gli uomini per i suoi tornaconti personali. Come il suo maestro rimane abbarbicato alla sua poltrona contro ogni regola che questo strano partito si è dato all’atto di nascita. Scrivo queste poche righe sollecitato dagli interventi di tanti amici che sui social network lamentano che nel Pd di Catanzaro manca la democrazia e gli organismi dirigenti di un partito “chiamato democratico” non vengono riuniti perché gli “eletti del popolo” possano svolgere il proprio ruolo. Cosa purtroppo palesemente vera contro la quale però nessuno ha inteso chiamare in causa gli organismi superiori per far cessare questa vergogna della democrazia. Bisognerebbe che chi è chiamato dal “popolo” a svolgere un ruolo lo faccia senza aspettare che qualcun altro muova il primo passo. A oltre un anno dal congresso che, con un colpo di mano di due vecchi arnesi della politica, ha proditoriamente nominato Bruno alla guida della federazione, non è mai stata convocata l’assemblea per eleggere la direzione e approvare la segreteria composta, con il manuale Cencelli, da quindici amici e amiche espressione dei capi delle tessere che hanno sostenuto Bruno e che lo hanno abbandonato appena prima dell’estate pensando che il discepolo fosse rimasto tale. Invece, in gran parte per la guerra interna al Pdl della provincia e della città di Catanzaro, in parte perchè non votavano i cittadini, un po’ perché alcuni gli hanno riconosciuto il coraggio di aver mollato il maestro, Bruno è riuscito in una cosa che al maestro nel 2008 non è riuscita: da allora è rimasto nel consiglio provinciale, anche se lo statuto del Pd prevede l’incompatibilità tra due assemblee elettive. Da oltre un anno “quattro amici al bar”, perché di questo si tratta, a botta di comunicati inneggianti i grandi pregi di se stessi e proclamando a ogni piè sospinto la ritrovata unità nella federazione (sic!), hanno deciso la innaturale coalizione e i candidati per le provinciali e ora, a tempo scaduto, stanno tentando di decidere anche le candidature regionali. Nelle altre province si convocano gli organismi, da noi un gruppo di amici. Penso che Bruno, per potersi definitivamente liberare dal fardello che il maestro gli ha fatto portare per anni e non essere sempre associato a lui, debba, almeno sulle regole, discostarsi dal maestro facendo immediatamente due cose. La prima: rassegnare le dimissioni da segretario provinciale in base all’art. 21 (incompatibilità) comma a, b, c dello statuto, per liberare il partito provinciale da questa cappa maleodorante che lo soffoca da un anno. La seconda: far convocare immediatamente l’assemblea perché gli “eletti dal popolo” possano decidere come e cosa fare per superare questo anno politicamente sabatico, che per la provincia di Catanzaro è stato il peggiore da quando il Pd è nato. Devo riconoscere che c’è voluto un grosso impegno, da parte di Bruno, per superare anche in questo il maestro.

 

*Pd Catanzaro Lido

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