Quegli abusi edilizi davanti al carcere di Cosenza
COSENZA Il permesso di costruire in quella zona è stato l’argomento al centro di un’udienza del processo che riguarda la costruzione di alcuni palazzi davanti al carcere di Cosenza. Nella vicenda son…

COSENZA Il permesso di costruire in quella zona è stato l’argomento al centro di un’udienza del processo che riguarda la costruzione di alcuni palazzi davanti al carcere di Cosenza. Nella vicenda sono indagati Rocco Filippelli, Antonio Coscarella e Sabina Barresi. Filippelli e Coscarella sono coinvolti il primo in qualità di legale responsabile della cooperativa “Nova Casa” e il secondo in qualità di progettista. I due avrebbero ottenuto – secondo l’accusa rappresentata dalla pm della Procura di Cosenza, Maria Francesca Cerchiara – un progetto per costruire due immobili in violazione degli strumenti urbanistici. Barresi, invece, nel suo ruolo di dirigente del settore Pianificazione del Comune di Cosenza – sempre secondo l’accusa – avrebbe rilasciato un permesso edilizio procurando un “ingiusto vantaggio patrimoniale a Rocco Filippelli”. Per la Procura, i tre “turbavano la regolarità dei servizi pubblici connessi alle funzioni di custodia dei detenuti rinchiusi nel carcere di viale Cosmai, in particolare determinando – per effetto della contiguità ai muri di cinta delle opere in costruzione e dei mezzi presenti nel cantiere – il pericolo di introspezioni” nella vita del carcere e dei detenuti. Per questo motivo, il direttore del carcere avrebbe predisposto dei servizi di vigilanza supplementari. I fatti risalgono al 2010.
Oggi in aula sono stati sentiti due periti della Procura: l’architetto Fulvio Terzi e Francesco Grossi dirigente del Comune di Cosenza. I due hanno parlato, rispondendo alle domande del pm e dei legali della difesa, sul permesso di costruire e sull’inedificabilità o meno della zona. Gli indagati sono difesi dai legali Franz Caruso, Fabio Saitta, Pietro Perugini e Riccardo Adamo. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 5 novembre.
Mirella Molinaro
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