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Oliverio, D'Ascola e Nesci: urge rivoluzionare la burocrazia calabrese

LAMEZIA TERME Sugli incarichi illegittimi conferiti ai dirigenti della Regione di cui ha dato notizia il Corriere della Calabria, si sono soffermati per mezzo di tre note disgiunte il candidato del P…

Pubblicato il: 04/11/2014 – 15:32
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Oliverio, D'Ascola e Nesci: urge rivoluzionare la burocrazia calabrese

LAMEZIA TERME Sugli incarichi illegittimi conferiti ai dirigenti della Regione di cui ha dato notizia il Corriere della Calabria, si sono soffermati per mezzo di tre note disgiunte il candidato del Pd alla presidenza della Regione Mario Oliverio, il candidato a governatore di “Alternativa popolare” Nico D’Ascola e la parlamentare pentastellata Dalila Nesci. Sul tema, inoltre, il candidato di “Alternativa popolare” ha, per mezzo del suo intervento, invitato Oliverio a «prendere posizione».
Nel dettaglio, per il candidato democratico è necessaria una «rivoluzione della burocrazia, che intendiamo intraprendere con il nostro nuovo percorso politico-amministrativo. Ce lo chiedono i cittadini, ce lo chiedono le imprese e ce lo chiede la Calabria che vuole cambiare». «Oggi – prosegue Oliverio – la nostra regione paga uno scotto pesantissimo in termini di mancato sviluppo e arretratezza, non solo per le evidenti colpe di un certo modo di fare politica, ma anche per la presenza di una burocrazia ingessata e selezionata attraverso il criterio della fedeltà e dell’appartenenza clientelare. Abbiamo il dovere di restituire fiducia e speranza ai calabresi, puntando sulla meritocrazia nelle scelte di chi andrà ad assolvere incarichi di responsabilità nella pubblica amministrazione». Afferma ancora il candidato democratico: «Attueremo la nostra rivoluzione per diventare una regione normale, attenendoci alla stella polare della legge e quanto essa stabilisce in termini di requisiti, di titoli, di esperienza e di competenza. I funzionari, specie quelli apicali, e i dirigenti, a cominciare da quelli che fanno strutturalmente parte dell’amministrazione, devono essere il motore di una Regione chiamata a dare immediate risposte e a colmare nel più breve tempo possibile il gap enorme con il resto del Paese che purtroppo è stato creato – conclude Oliverio – in questi anni».


D’Ascola: «Fare fronte alle irregolarità con i licenziamenti»
Questi, invece, gli antidoti del candidato di “Alternativa popolare” per evitare storture burocratiche. «Da penalista – afferma D’Ascola – credo fortemente nel principio del contraddittorio, ma al netto di possibili errori, tutte le posizioni illegittime di dirigenti esterni di ogni ordine e grado o di interni assunti senza rispettare il principio della regolarità e del concorso pubblico vanno affrontare con il licenziamento e la richiesta di restituzione dei soldi percepiti». «Nella fattispecie – prosegue l’interessato – si intravede nettamente il principio del dolus malus: chi ha beneficiato di indennità mostruose non può invocare nemmeno la nullità contrattuale fatta salva la retribuzione percepita, poiché si tratta di cifre inimmaginabili e ben superiori al valore della retribuzione da lavoro». «Su questo tema – continua D’Ascola – chiedo un’ analoga presa di posizione del presidente Oliverio, mentre comprendo l’imbarazzato silenzio della candidata di Forza Italia, atteso che gran parte di queste persone è schierata con la signora Ferro per una logica di continuità politico-amministrativa. Dovremmo dire ai calabresi se è lecito che un direttore generale arrivi a percepire – conclude – il triplo del presidente della Repubblica».


Nesci: «Fondati i rilievi di Mosella»
«Sono assurde le controdeduzioni, sintetizzate dalla stampa, dei dirigenti regionali della Calabria Umberto Nucara, Sergio Tassone e Giuseppe Longo, rispetto ai rilievi sugli incarichi di vertice contenuti nella relazione dell’ispettore del Mef Gaetano Mosella». Lo afferma la deputata del M5S Dalila Nesci, che aggiunge: «Mi aspettavo di leggere controdeduzioni giuridicamente argomentate, cioè obiezioni di diritto alle puntuali osservazioni di Mosella, che alla Regione ha contestato l’assegnazione illegittima di incarichi dirigenziali costati ai calabresi più di 15 milioni di euro». «Invece – prosegue la parlamentare – l’argomento difensivo dei dirigenti regionali è di tipo politico. Si fa intendere, cioè, che Mosella abbia redatto la sua relazione per una ripicca, essendo stato bocciato a una selezione del 2007 per dirigenti della Calabria». «Ricordo – conclude Nesci – che l’ispezione di Mosella era prevista da una legge di Monti, poi dichiarata incostituzionale, e sottolineo che le gravi violazioni di legge rinvenute da Mosella devono essere respinte con argomenti tecnici. Annuncio sul punto una nuova interrogazione al ministro dell’Economia e delle Finanze. Nonostante le chiacchiere, la procura di Catanzaro ha invece riconosciuto la piena fondatezza dei rilievi di Mosella, procedendo già ad alcuni sequestri di beni a dirigenti nominati con abusi».

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