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Il bipolarismo e i partiti ridotti a club

Un editoriale di Pierluigi Battista apparso sul Corriere della Sera di qualche giorno fa sul bipolarismo scomparso mi stimola a fare qualche breve riflessione. L’editorialista descrive una polarizzaz…

Pubblicato il: 10/11/2014 – 10:28
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Un editoriale di Pierluigi Battista apparso sul Corriere della Sera di qualche giorno fa sul bipolarismo scomparso mi stimola a fare qualche breve riflessione. L’editorialista descrive una polarizzazione nella geografia politica verso un «partito multifunzionale» e quindi la fine del bipolarismo. Certo non si può non concordare con questa analisi anche se è parziale e non affronta il tema vero che abbiamo davanti. Certo c’è la frantumazione della destra, la tendenza di una sinistra a esplorare politiche che tradizionalmente non sono state mai di sinistra che di conseguenza spinge una sinistra a organizzarsi. Battista vede in tutto questo la crisi di un progetto che puntava sull’alternanza. Ovviamente con gli «sbandamenti» a destra e a sinistra cadono le motivazioni di fondo che stavano alla base delle leggi elettorali del 1994 che hanno favorito la decomposizione della politica attraverso la fine della repubblica dei cittadini e la nascita di quella dei capi con le loro corti e le strutture consolari. Dunque la sofferenza è di quanti pensavano che annullando i partiti (che invece dovevano essere rinnovati), mettendo in crisi l’associazionismo e la pluralità di liberi apporti fondamentali in una democrazia con la conseguenze sottrazioni di significative quote di libertà i problemi si risolvevano. Invece non è questo il problema! Oggi appare più evidente la crisi di una cultura democratica, il venir meno delle differenze identitarie delle formazioni politiche ridotte sempre più a club personali e il conseguente svuotamento delle istituzioni. Infatti bisogna economizzare, bisogna abbattere i costi della politica e anche i “controlli” a “enti ” che operano “indisturbati” con enorme dispendio di risorse. L’affievolimento della democrazia non è neanche compensato da un ritorno economico! Allora cosa si può fare? Io ritengo molto. Le cose “narrate” da Battista per noi non sono una scoperta. L’alternanza può esistere tra visioni diverse della società, tra progetti alternativi, tra diversi approcci sui diritti, sulla giustizia e sulle politiche sociali. L’alternanza che è in crisi e che rischia di rendere tanti orfani è oggi tra blocchi di poteri dove la gente è estranea e si abbandona ad una deriva senza prospettiva. Noi pensiamo che il bipolarismo va superato e auspicare la fine di un percorso di riforme costituzionali ed elettorali che ci impediscono di vivere la politica con il nostro cuore ma ci costringono a guardarla attraverso gli occhi di pochi eletti e con questo sistema, questo termine ha il sapore di una provocazione!

 

*segretario nazionale Cdu

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