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Scajola ritorna in libertà

REGGIO CALABRIA Si potrà presentare alla prossima udienza da uomo libero, sebbene sottoposto alle limitazioni dell’obbligo di dimora nel comune di Imperia, l’ex ministro Claudio Scajola, imputato a R…

Pubblicato il: 12/11/2014 – 17:17
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Scajola ritorna in libertà

REGGIO CALABRIA Si potrà presentare alla prossima udienza da uomo libero, sebbene sottoposto alle limitazioni dell’obbligo di dimora nel comune di Imperia, l’ex ministro Claudio Scajola, imputato a Reggio Calabria insieme all’ex segretaria di Amedeo Matacena, Maria Grazia Fiordelisi, perché entrambi accusati a vario titolo di aver aiutato l’ex parlamentare di Forza Italia, tuttora in fuga a Dubai, a sottrarsi a una condanna definitiva per mafia, come ad occultare il suo immenso patrimonio. Nonostante il parere negativo del pm Lombardo il Tribunale collegiale presieduto da Natina Praticò ha deciso di accogliere l’istanza di revoca dei domiciliari e reimmissione in libertà presentata dall’avvocato Giorgio Perroni per l’ex ministro Claudio Scajola.

Intervenuto in occasione dell’ultima udienza, il legale aveva perorato la causa del suo assistito, sottolineando  l’insussistenza delle esigenze cautelari né sotto il profilo della possibile reiterazione del reato, né del pericolo di fuga, al contrario l’ex ministro avrebbe sempre mantenuto un atteggiamento «estremamente collaborativo». Scajola – aveva sottolineato Perroni nel suo accorato intervento  è «un uomo incensurato, un servitore dello Stato, che non è mai stato coinvolto nelle inchieste che hanno travolto la politica in questi anni. Quando è stato arrestato – a torto, a nostro parere – è rimasto certamente un po’ sorpreso, ma da uomo dello Stato ha rispettato lo Stato. Dopo aver ottenuto i domiciliari, non ha mai fatto istanza di reimmissione in libertà, pensando che quei mesi sarebbero stati necessari ad accertare la verità. Quello che non è accettabile è che quella custodia cautelare si protragga. Tenere Claudio Scajola ai domiciliari è un’ingiustizia».

Istanze che sembrano aver convinto il Tribunale, che dopodomani tornerà in aula per ascoltare i primi testi chiamati in aula dal pm Lombardo per ricostruire la genesi e lo sviluppo dell’indagine a carico dell’ex ministro e della Fiordelisi. Domani invece, toccherà agli imputati che hanno scelto il procedimento abbreviato – la moglie dell’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, Chiara Rizzo, lo storico braccio destro del marito, Martino Politi e la segretaria dell’ex ministro dell’Interno, Claudio Scajola, Roberta Sacco – presentarsi per la prima volta davanti al gup, ma su tutti incombe la produzione di nuovi atti d’indagine anticipata dal pm, che sembra annunciare che un allargamento del perimetro dell’inchiesta tale da lambire quelle inquietanti ipotesi comparse nel decreto di perquisizione emesso a carico di Scajola e degli altri imputati l’8 maggio scorso.

Un documento che collocava l’ex ministro, la Rizzo e gli altri coimputati al centro di uno scenario molto più complesso ed ambiguo di storia di favori incrociati, identificandolo piuttosto come ingranaggio fondamentale  di un sistema, o meglio – recita il capo di imputazione che fa bella mostra di sé nel decreto di perquisizione – di una «associazione per delinquere segreta collegata all’associazione di tipo mafioso e armata denominata “‘ndrangheta” da rapporto di interazione biunivoca al fine di estendere le potenzialità operative del sodalizio di tipo mafioso in campo nazionale ed internazionale».

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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