COSENZA Hanno chiesto di patteggiare Elio Stancati e il figlio Francesco, arrestati lo scorso 22 ottobre dagli agenti della squadra mobile di Cosenza. I due sono indagati nell’operazione “Satellite” che ha permesso di sgominare un’organizzazione dedita ai furti d’auto. Assieme a loro sono stati arrestati Sergio Galluzzo (ai domiciliari), mentre per un altro componente, Santo Scalise, è stato fissato un obbligo di dimora. Altre quattro persone risultano indagate. L’operazione “Satellite” ha cercato di fare luce su una serie di richieste estorsive per la restituzione delle auto secondo il cosiddetto schema del “cavallo di ritorno”. Le indagini – coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Cosenza, Antonio Bruno Tridico – sono partite dalla segnalazione di un agente fuori servizio che ha notato uno degli arrestati (già noto alle forze dell’ordine) a bordo di un auto non riconducibile a lui. «Elio Stancati – ha spiegato il dirigente della squadra mobile Giuseppe Zanfini il giorno del blitz in conferenza stampa – decideva le somme da chiedere, mentre gli altri tre si occupavano del “traffico” delle macchine. Abbiamo individuato in contrada Vallone di Rende il luogo in cui portavano le auto rubate per la cui restituzione chiedevano da 500 a 1200 euro. E, una volta scoperta la macchina, noi piazzavamo un gps sotto il mezzo nel mirino della banda e dopo doverla individuata la restituivamo al legittimo proprietario. Cioè le “rubavamo” alla banda che, quando se ne accorgeva pensava che ci fosse qualche satellite che seguiva gli arrestati. Da qui il nome dell’operazione». Sono state recuperate ben 22 autovetture.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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