REGGIO CALABRIA «La decisione del governo di impugnare alcune leggi approvate dal consiglio regionale uscente, nell’occasione delle sue ultime sedute, conferma la fondatezza dei miei dubbi espressi durante la campagna elettorale appena conclusa». Lo afferma il consigliere regionale del Pd, Domenico Bevacqua. «In più occasioni, anche pubbliche – prosegue Bevacqua – ho sostenuto con convinzione che le leggi approvate rappresentavano soluzioni clientelari, oltremodo lesive per l’intero sistema ordinamentale regionale, ove si è previsto, attraverso una maldestra modifica della legge sull’accreditamento, ingressi “liberi” (forse anche troppo) nelle compagini sociali delle strutture sanitarie private autorizzate e accreditate, che vivono di danaro pubblico. Ho sostenuto ancora come non vi fossero, all’atto dell’approvazione, ragioni che potessero giustificare l’urgenza di dover ricorrere all’adozione in extremis di tali provvedimenti, peraltro bipartisan, atteso che i temi in disamina avrebbero richiesto un approfondimento differente. Un compito questo, che a onor del vero, una sana politica avrebbe dovuto lasciare alla gestione del nuovo consiglio regionale. La decisione del governo conferma la bontà delle mie osservazioni ma, soprattutto, suggerisce di agire con la necessaria cautela e con grande senso di responsabilità allorquando necessitino decisioni sulla “salute dei cittadini”, nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza ed economicità».
«Spetta, quindi, al presidente Oliverio e al neo consiglio regionale – sostiene ancora Bevacqua – l’arduo compito di riconsegnare la gestione della sanità al territorio nel quale non mancano le professionalità capaci di farla funzionare, così come dovrebbe. Da sempre si è data una immeritata preferenza a professionalità estranee al territorio calabrese che nulla hanno lasciato di buono. Serve un cambio di rotta. Un imperativo categorico che ci conduca ad avere una programmazione sanitaria pronta già nei primi 100 giorni di governo, da realizzare con una squadra forte, dotata di professionalità di altro rilievo che sino ad oggi nella nostra regione non ha mai trovato il doveroso spazio. Tre le priorità che porrò alla attenzione del governo regionale: sblocco del turnover in sanità, ove necessario; stabilizzazione dei precari nella sanità e programmazione triennale sanitaria e sociale regionale».
x
x