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I doveri del presidente

Benito Mussolini ebbe il coraggio di dirlo, ma in verità anche il più democratico dei presidenti di qualsivoglia governo, il giorno dopo che si insedia, considera la sua assemblea legislativa alla st…

Pubblicato il: 09/01/2015 – 6:07
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I doveri del presidente

Benito Mussolini ebbe il coraggio di dirlo, ma in verità anche il più democratico dei presidenti di qualsivoglia governo, il giorno dopo che si insedia, considera la sua assemblea legislativa alla stregua di una “aula sorda e grigia” da domare. Un luogo dove il capo perde tempo prezioso che sottrae ad altri e più importanti compiti, perdendosi dietro codicilli e regolamenti che considera, invece, dei meri formalismi da superare.
Ne tenga conto Tonino Scalzo, che siede su una poltrona lasciata vuota da un personaggio che nella scorsa legislatura ha portato al livello più basso la credibilità e il decoro di quell’Assemblea. E tenga conto che, invece, in democrazia la forma è sostanza e le scorciatoie negazioni del rispetto dovuto al mandato elettorale.
È giusto fare in fretta ed è giusto lanciare subito dei segnali di sobrietà e cambiamento, come dice di voler fare il governatore Mario Oliverio, ma non lo si può fare calpestando leggi e regolamenti. Secondo alcuni, invece, lo si è già fatto perché mettere all’ordine del giorno leggi e provvedimenti non previsti nel foglio di convocazione del consiglio regionale è una forzatura. Ma soprattutto perché il consiglio regionale ancora non ha ultimato il dovere di dotarsi degli organi di gestione dell’assemblea: Giunta per il regolamento, Giunta per le elezioni, commissioni consiliari.
Esempio: se il consigliere Irto avesse voluto un parere sulla conformità al regolamento della richiesta del governatore di inserire le leggi che ha inserito all’ordine del giorno dei lavori e farle votare ed approvare, quale Giunta del regolamento avrebbe dovuto fornire il suo parere?
Altro esempio. Recita il regolamento della Regione Calabria: «L’iniziativa delle leggi si esercita mediante la presentazione al presidente del Consiglio di proposte redatte in articoli, illustrate da una relazione descrittiva e, nel caso comportino spese a carico del bilancio regionale, da una relazione tecnico-finanziaria». Aggiunge poi che, «nel caso di proposte presentate dalla Giunta regionale deve essere allegata la relativa delibera di giunta». Verrebbe da chiedere al presidente Scalzo se le leggi approvate nella prima seduta ed in assenza del completamento degli organismi regionali (giunte per regolamento ed elezioni e commissioni consiliari) sono da considerare come proposte dal consigliere regionale Mario Oliverio o dalla giunta regionale? Perché di leggi d’iniziativa del governatore, lo Statuto e il regolamento non parlano semplicemente perché no ne prevedono la prerogativa e la giunta regionale, come sottolinea Oliverio, è ancora tutta da inventare.
Ovviamente non si tratta di fare dietrologia, è andata così pazienza. Ma nella prossima seduta, Scalzo sia il presidente del consiglio regionale della Calabria che non è organo sussidiario del governatore. Lo è stato in passato ed abbiamo visto le conseguenze nefaste.
Si riprendano i lavori, nella prossima seduta, avendo come guida il Regolamento, se non va bene lo si cambierà, come già Oliverio ha annunciato di voler fare (e non senza ragione) con lo Statuto, ma fin quando esiste un regolamento quello va rispettato. Senza se e senza ma. E il Regolamento impone al presidente Scalzo di comunicare «nella prima seduta successiva a quella della sua elezione, al Consiglio i nomi dei consiglieri regionali, designati, uno da ciascun gruppo, per costituire la Giunta per il regolamento del Consiglio». Parimenti gli impone, sempre «nella prima riunione successiva alla sua elezione», di comunicare «al Consiglio i nomi dei consiglieri regionali, designati, uno da ciascun gruppo, per costituire la Giunta delle elezioni, che è insediata entro i successivi sette giorni con l’elezione nel suo seno del presidente».
Non finisce qui, prima che il Consiglio sia nella sua piena legittimità operativa, il regolamento impone, e ne fa carico al presidente, un ulteriore passaggio: la nomina delle Commissioni permanenti. Anche qui esiste un termine perentorio: «Entro dieci giorni dalla prima seduta del Consiglio, ciascun gruppo consiliare procede alla designazione dei propri rappresentanti nelle commissioni permanenti».
Questo è agire nella legalità e nella trasparenza. Sarà fastidioso per alcuni, superfluo per altri, se ne facciano una ragione ma non ci può essere buona politica e sana amministrazione senza il rispetto delle regole che sovrintendono la vita di un’assemblea democratica. E su questo Tonino Scalzo deve garantire il rispetto della sua parola. Proprio così, deve “semplicemente” essere coerente con quanto detto all’atto del suo insediamento: «È mia intenzione fare del consiglio regionale, assieme a tutti voi, una sede aperta ai calabresi: trasparente, produttiva, efficiente, attraverso: il lavoro delle Commissioni; la valorizzazione dei tradizionali strumenti di impulso e controllo democratico come le interrogazioni, le interpellanze, le mozioni; l’iniziativa legislativa, sganciata da influenze settoriali che hanno pesato negativamente sulla qualità delle leggi».

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