Lo sfogo di Occhiuto: «Cosenza violentata per anni»
COSENZA «Governare i processi di trasformazione fisica e di gestione di una città equivale un po’ all’esercizio di un’arte civica». Lo afferma il presidente della Provincia e sindaco di Cosenza, Mari…

COSENZA «Governare i processi di trasformazione fisica e di gestione di una città equivale un po’ all’esercizio di un’arte civica». Lo afferma il presidente della Provincia e sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, in una lettera aperta a tutti i cittadini. «La città – aggiunge – è come un organismo vivente: va trattata con cura e delicatezza, come facciamo con le persone che amiamo. Il nostro territorio invece è come se fosse stato violentato per tanti anni allo scopo solo di soddisfare le peggiori bramosie della classe dirigente e politica, assecondando allo stesso tempo le aspettative di tutti coloro che riuscivano a instaurare meccanismi di scambio. Bramosie di potere, di arricchimento personale, di clientelismo. Sono stati costruiti quartieri senza identità, sono state messe in campo politiche attive per svuotare il centro storico e lasciarlo al degrado, a ognuno è stato consentito di abusare degli spazi e delle attrezzature comuni. I servizi sono stati tutti lasciati allo sbando così alimentando la mancanza di senso civico e annullando nel tempo la coscienza etica del cittadino e l’abitudine al rispetto nei confronti degli altri. Hanno puntato su operazioni di facciata utilizzando il populismo attraverso la strumentalizzazione della povertà e della miseria, e per ammantare il clientelismo con azioni di falso welfare; la cultura è stata ridotta alla presentazione di libri e all’intitolazione delle strade».
«È stata alimentata la povertà – prosegue Occhiuto – per tenere appositamente le persone sotto il giogo della politica e di pochi prepotenti, anziché indirizzarle verso un proprio personale riscatto e verso l’affermazione della dignità lavorativa (come noi abbiamo fatto per esempio con i lavoratori delle coop). La Bellezza della città e del territorio è fonte di ricchezza che alimenta il turismo e le attività terziarie, soprattutto nelle aree non industrializzate; ma qui al contrario un territorio (non solo quello urbano) di grande valenza paesaggistica e dotato di grandi risorse ambientali e culturali è stato distrutto dall’insipienza, dalla rozzezza, dagli interessi deviati di chi ha governato nel passato. Hanno fatto credere a tutti che la Bellezza e la sostenibilità non contino, che siano ininfluenti e secondarie e addirittura superflue e dannose per le attività che riguardano la costruzione e la gestione del territorio. Ma la Bellezza della città non è solo un fatto formale, e ha a che fare con la bellezza interiore delle persone, con il progresso civile di una comunità. La città ha una vita molto più lunga di quella di un uomo: per un uomo (e per un amministratore) cinque o dieci anni sono molti, ma per una città sono molto molto pochi. E noi invece in pochi anni – pure in controtendenza rispetto alla crisi generale in atto – siamo riusciti ad avviare un forte programma di cambiamento e di rinnovamento che investe anche i processi di formazione della coscienza civica dei cittadini, invertendo il degrado fisico e sociale in corso ormai da decenni».
Occhiuto evidenzia inoltre che «operiamo ogni giorno per la riscoperta e la ricostituzione della Bellezza della città, che è soprattutto la ricerca della bellezza interiore nelle persone che la abitano e la concretizzazione delle loro migliori aspettative e dei loro sentimenti più positivi. Questa è la vera cultura: quella finalizzata a obiettivi di crescita sostenibile del territorio attraverso percorsi di coesione sociale e di progresso complessivo della comunità delle persone, in modo da non alimentare le divisioni e l’odio sociale. Ecco perché non è possibile una nuova involuzione. Tranquilli, indietro non si torna».