Uffici stampa esterni, cui prodest?
Cosa va capitando attorno all’interpello disposto dal governatore Mario Oliverio per reclutare, attingendo a personale interno, un gruppo di giornalisti da assegnare all’ufficio stampa della Regione…

Cosa va capitando attorno all’interpello disposto dal governatore Mario Oliverio per reclutare, attingendo a personale interno, un gruppo di giornalisti da assegnare all’ufficio stampa della Regione Calabria?
L’interrogativo, a due mesi dall’iniziativa, salutata come un concreto e positivo segnale di svolta, assunta da Oliverio praticamente come primo atto successivo al suo insediamento, ha ben ragione di essere posto. Intanto perché è importante che la Regione Calabria si dia una voce e attui, anche per questa via trasparenza nei rapporti tra l’Istituzione e il mondo dell’informazione e poi perché circolano strane voci attorno a possibili tentativi della burocrazia regionale di svuotare di contenuti l’iniziativa del governatore.
In sostanza Oliverio nel negare il rinnovo del contratto ai giornalisti chiamati dal suo predecessore Peppe Scopelliti e tutti provenienti dall’esterno rispetto alla pubblica amministrazione, ha disposto che venisse fatto un bando di mobilità interna per consentire a personale già nei ruoli della Regione Calabria e in possesso dei requisiti prescritti (iscrizione all’ordine dei giornalisti) di passare dalle sedi dove lavorano attualmente all’ufficio stampa della Regione. In tal modo si portavano a casa consistenti economie finanziarie e si evitava che una struttura istituzionale venisse interamente occupata da gente selezionata solo in base a criteri di vicinanza politica.
Il punto è, però, che a distanza di due mesi delle sei domande già presentate soltanto una ha avuto il parere favorevole della competente direzione regionale e si tratta di quella presentata da Oldani Mesoraca, storico capo dell’ufficio stampa della Regione Calabria. Altre quattro domande sono state valutate negativamente e una non è stata degnata neanche di una risposta ufficiale.
Nel negare il previsto nulla-osta, i direttori generali chiamati in causa hanno in sostanza detto che quelle unità lavorative erano per loro troppo preziose, al punto da non poter consentire che andassero a prestare servizio altrove, e cioè presso l’ufficio stampa.
Ovviamente non occorre essere granché sospettosi per temere che dietro tale improvvisa urgenza di tenere ancorato a sè il personale che ha fatto domanda di trasferimento all’ufficio stampa ci siano non tanto ragioni di carattere organizzativo e generale, bensì motivi particolarissimi.
Un sospetto rafforzato dalla considerazione che trattandosi, in larga parte, di direttori generali il cui mandato è in scadenza e che in molti casi non avrà possibilità di restare, non si capisce bene perché tanto accanimento nel negare il nulla osta a giornalisti che vorrebbero andare a fare… i giornalisti.
Residua un interrogativo: a chi farebbe comodo il sabotaggio dell’iniziativa del governatore Mario Oliverio di reclutare i giornalisti dell’ufficio stampa all’interno dei ruoli regionali? Sicuramente a chi vuole costringere il governatore a continuare nel solco della vecchia tradizione, reclutando i giornalisti all’esterno e magari badando bene che ognuno di loro abbia un congiunto che segue la politica per le televisioni e i giornali regionali.
Se questo è lo scenario, cosa farà Oliverio? Cederà o darà ugualmente corso alla mobilità interna senza farsi ostacolare dal veto opposto dai direttori generali uscenti?