Ultimo aggiornamento alle 21:55
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Una verità sulla nomina del commissario alla sanità

La sanità in Calabria è problema che impegna tutti ma che nessuno risolve. Tutti se ne interessano, con maggiore o minore perizia. Pochi riescono a portare a casa le soluzioni necessarie.Tutto iniz…

Pubblicato il: 04/02/2015 – 15:02
Una verità sulla nomina del commissario alla sanità

La sanità in Calabria è problema che impegna tutti ma che nessuno risolve. Tutti se ne interessano, con maggiore o minore perizia. Pochi riescono a portare a casa le soluzioni necessarie.
Tutto iniziò con la scoperta del buco che nessuno voleva ammettere, dal quale emerse la necessità dell’elaborazione di un piano di rientro e con la nomina, al seguito, del commissario governativo. Un organo sostitutivo cui venne affidato – a mente dell’articolo 120, comma 2, della Costituzione e successive attuazioni – il compito di curare gli adempimenti degli organi regionali ritenuti incapaci nell’affrontare il problema. Un handicap e una soluzione diffusamente presenti nel Paese, tant’è che stessa sorte toccò al Lazio, alla Campania, all’Abruzzo e al Molise.
Una particolarità che dura da cinque anni, con peculiarità procedurali uniche. Un commissariamento, nel frattempo, di protezione civile con il compito di inventariare il debito consolidato, sul quale saldo si è detto tanto, salvo non dimostrare uno straccio di rendiconto alternativo. A ciò è seguito il commissariamento caratteristico ad opera del governo, firmatario con la Regione dell’Accordo (ex comma 180 legge finanziaria per il 2005) che ne ha disciplinato i tempi, le modalità e gli obiettivi. Dopo di che, il legislatore, resosi cosciente dell’esistenza di una normativa insufficiente e spesso contraddittoria, ha approvato in più step i necessari correttivi sino ad arrivare all’attuale disciplina. L’ultima contenuta nella legge di stabilità per il 2015.
Dunque, una normativa difficile da coordinare per suo conto, quasi impossibile in presenza delle anomalie e delle specialità che hanno tediato la gestione della sanità calabrese. Il presidente Scopelliti dimissionato dalla legge Severino. La nomina del commissario ad acta che lo sostituisse perfezionata dal governo con ritardi ingiustificabili, dannosi per l’organizzazione sanitaria con il Dna della precarietà. La rielezione del presidente con il conseguente problema di individuare il nuovo commissario cui fanno carico gli adempimenti utili a riparare, si spera, l’ancora riparabile.
Una tale specialità ha via via sollevato l’interesse a parlarne, sia di chi ha competenze e titoli per suggerire soluzioni e ad esprimere dubbi che di chi ha il vezzo di intervenire perché chiamato a farlo per missione divina.
Dunque, tanti i pareri e le libere opinioni. Qualcuno a sostenere, a ragione, che spettasse al Consiglio dei ministri nominarlo individuandolo tra gli esperti estranei all’amministrazione regionale. Altri ad attribuire, sic et simpliciter, la carica in capo al governatore in quanto tale. E dire che sarebbe bastato mettere in ordine cronologico gli eventi/provvedimenti e metterli in stretta relazione con la normativa via via vigente, nel rispetto del più logico e invalicabile principio del tempus regit actum. Si sarebbe, da subito, pervenuti alla conclusione che il commissario non può che essere un soggetto diverso dal presidente Oliverio. Ciò in quanto, successivamente alla firma dell’Accordo (atto amministrativo a natura e contenuto negoziale!), è intervenuta una modifica della disciplina ad opera del decreto legge 174/2012 (convertito nella legge 213) ove, per risolvere all’epoca il problema della nomina del commissario ad acta, a seguito delle dimissioni della Polverini, si è modificato il primitivo precetto offrendo così l’occasione di nominare nel ruolo prima due laici (Enrico Bondi il 16 ottobre 2012 e Filippo Palumbo il 7 gennaio 2013) e poi, ad intervenuta elezione, il presidente della Regione Zingaretti (21 marzo 2013). Una vicenda analoga ha riguardato l’Abruzzo, con la nomina a commissario ad acta del presidente D’Alfonso (23 luglio 2014).
Cosa diversa è la più attuale regolazione che interdice palesemente la nomina del presidente Oliverio per esplicita volontà espressa dalle Regioni e dal governo nel Patto per la salute 2014-2016 e, dunque, per divieto codificato nella legge di stabilità per il 2015. Quindi, è da ritenersi vano ogni sforzo a suggerire il contrario, in specie assumendo a motivazione una diversa efficacia dell’attuale e, comunque, invalicabile ostacolo normativo, riportando a mente ciò che la vecchia legge diceva e che la nuova non consente.
Tutto ciò non vuol dire in alcun modo che altri saprebbero, aprioristicamente, fare meglio dell’attuale governatore. Tutt’altro. Lo si sottolinea esclusivamente per contribuire alla chiarezza e alla corretta applicazione delle norme.

 

p.s. Alle numerose richieste di specificazione è appena il caso di sottolineare che l’enunciazione legislativa recata dalla legge di Stabilità del 2015, che impedirebbe l’applicazione della norma alle nomine effettuate da tempo, è da ritenersi valevole, ovviamente, per i presidenti già nominati che svolgono al 1° gennaio 2015 la relativa attività commissariale. Dunque, solo Zingaretti e D’Alfonso.

 

*Docente Unical

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x