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Sanità, i tempi del commissariamento sono finiti

Le crescenti e pressoché quotidiane situazioni di emergenza, con frequenti e purtroppo irreparabili conseguenze per la salute dei cittadini calabresi, impongono il ritorno ormai indifferibile alla no…

Pubblicato il: 14/02/2015 – 14:19
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Le crescenti e pressoché quotidiane situazioni di emergenza, con frequenti e purtroppo irreparabili conseguenze per la salute dei cittadini calabresi, impongono il ritorno ormai indifferibile alla normalità gestionale della sanità calabrese, stretta fin qui nella camicia di forza del commissariamento. Il generale scadimento della qualità dei servizi resi ai calabresi e la generalizzata e insostenibile situazione in cui versano gran parte delle strutture ospedaliere, a partire da quelle della nostra provincia, sono stati la diretta conseguenza di una politica di tagli lineari imposta dall’ex Tavolo Massicci. Politica della scure, che, se per un verso ha permesso il riequilibrio della gestione economica dell’intero comparto, per l’altro ha avuto il pesante merito di provocare il generale depotenziamento di quasi tutte le strutture: gli esempi insostenibili, in primis, dello spoke di Locri, del fantasma dell’ospedale di Melito e degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, su cui grava ormai una buona parte dell’utenza della provincia, sono sotto gli occhi.

Basta con le lacrime di coccodrillo che vengono versate con cadenza quotidiana sulla stampa regionale, né, a nostro giudizio, servono i pannicelli caldi che da mesi vengono invocati per determinare quella inversione di tendenza su cui, a parole, tutti si dicono d’accordo. Per quello che ci riguarda, ribadiamo che l’esperienza del commissariamento, necessaria in una certa fase storica, successiva al periodo dei bilanci orali e di una situazione debitoria indefinita, deve ritenersi definitivamente conclusa, pena l’azzeramento di quanto di buono resta ancora nella Sanità calabrese, sia pubblica che privata. Per questo siamo fortemente perplessi sulla falsa questione innestata attorno alla nomina del commissario ad Acta, da perpetuare, per ora, fino al dicembre 2015, che, per operare comunque in condizioni di minorità rispetto ai ministeri della Sanità e dell’Economia, continuerebbe a essere una inutile camicia di forza. Probabilmente, l’opera di un commissario sotto tutela potrebbe raggiungere il paradossale risultato di produrre avanzi di amministrazione, ma con conseguenze sempre più catastrofiche per la salute dei calabresi.
Ritengo pertanto che l’unica vera battaglia da fare unitariamente nei confronti del Governo a partire dei prossimi giorni sia quella della fine entro il 31 marzo di questa troppo prolungata fase straordinaria ed è quello che a breve motiveremo direttamente al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, anche per dimostrare che in questa Regione esiste una classe politica capace di farsi realmente carico del fondamentale diritto alla salute dei cittadini calabresi.

 

*vice coordinatore provinciale Ncd

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