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I Comuni si uniscano per sviluppare le Aree interne

Nei giorni scorsi, in due distinte circostanze, il sindaco Pino Pitaro di Torre di Ruggiero, piccola ma animata comunità locale delle aree interne, ha posto all’attenzione generale due temi che si in…

Pubblicato il: 17/02/2015 – 10:12
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Nei giorni scorsi, in due distinte circostanze, il sindaco Pino Pitaro di Torre di Ruggiero, piccola ma animata comunità locale delle aree interne, ha posto all’attenzione generale due temi che si intersecano tra di loro e che possono, e devono, fornire una linea di condotta e un tracciato virtuoso per quanti guardano alle prospettive delle aree interne e delle piccole comunità locali, che sono la grande maggioranza nella nostra Regione, con il senso della contemporaneità della crisi e con la tensione istituzionale giusta per costruire futuro e speranza per questa aree preziose ma anche troppo sofferenti: costruire nuovi e più avanzati assetti istituzionali, le Unioni dei Comuni, nel caso specifico una coraggiosa proposta di fusione, e farli aderire a nuove politiche per le aree interne mai come oggi marginalizzate, impoverite e rese deboli da discutibili processi di “razionalizzazione” dei servizi essenziali.
Rompere campanilismi ormai ridicoli, superare egoismi territoriali, limitare il portato individualistico di larga parte degli amministratori locali, è compito arduo in una terra poverissima e arretrata come la nostra; è proprio questa condizione, tuttavia, che deve incoraggiare coraggiose virate e nuove rotte che già si intravedono, per esempio, nella discussione, fino a ieri proibitiva e ritenuta quasi blasfema, della istituzione delle “macroregioni”; peraltro la debolezza cronica dello stesso sistema delle autonomie locali ha impedito, nella nostra Regione, il pieno dispiegarsi di un autonomismo maturo e in grado di allinearsi ai bisogni vecchie nuovi della nostra gente. La riflessione di Pino Pitaro non è velleitaria o sbagliata; è giusta e saggiamente orientata in positivo perché incrocia gli obiettivi e gli strumenti messi in campo dalla strategia nazionale delle aree interne, tenuta a battesimo dall’allora ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca, e che è, oggi e non domani, uno strumento di rilievo europeo, avanzatissimo ed evoluto, e sul quale le altre Regioni, a differenza della arretratissima Calabria, ultima e ingiustificata anche in questa occasione, stanno alacremente lavorando con lungimiranza e vigoroso impatto sui territori e con risorse che, al contrario di altri settori, sono state sensibilmente accresciute con l’ultima Legge di Stabilità 2015.
E non è senza significato che pre-requisito istituzionale, vera e propria condizione per l’accesso alle fasi progettuali e di partecipazione ai progetti regionali, a cominciare da quelli pilota, della strategia nazionale sia proprio e non a caso il rafforzamento, reale, effettivo e, soprattutto, permanente dell’associazionismo tra Comuni, sia in forma obbligatoria che in quello, auspicabile, delle scelte “rafforzata”, cosi come individuate dalla strategia nazionale, delle comunità locali. Il presidente della giunta regionale, Mario Oliverio, nelle dichiarazioni programmatiche, rese nella seduta ultima del consiglio regionale ha, puntualmente, rilevato che «il tema delle aree interne è in Calabria particolarmente rilevante. Nel quadro della strategia nazionale per le aree interne 2014-2020, il governo regionale intende investire su questi territori, con l’obiettivo di contrastare l’abbandono e valorizzarne le potenzialità e le risorse. Metteremo in campo, pertanto, una politica specifica perla montagna calabrese e per le aree interne, basata su incentivi e azioni di valorizzazione, misure di contrasto allo spopolamento, qualificazione dei servizi, interventi di interventi di manutenzione dei territori, progetti di valorizzazione di paesaggi, contesti, luoghi e tradizioni». Per questo, ma non solo, penso e credo che quanti, e non siamo pochi, da anni si battono, per proteggere e valorizzare le nostre aree interne, ritenute giustamente “questione nazionale” dagli atti della atrategia nazionale, abbiano un comune terreno, su cui a breve torneremo con rinnovato vigore e opportune iniziative, di impegno e di lavoro, politico ed istituzionale, perché, oggi, la Calabria, i nostri piccoli Comuni, le aree interne, possano recuperare il terreno – anche in questo caso perduto – e costruire quella fase nuova e diversa che abbiamo saputo conquistarci con le ultime regionali.

 

*direzione regionale PD Calabria

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