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Regione, stretta sui “portaborse”

REGGIO CALABRIA Si annunciano tempi duri per i “portaborse” del consiglio regionale. Basta con le nomine basate sul principio della più alta fedeltà al politico eletto, questa volta ai piani alti di…

Pubblicato il: 17/02/2015 – 16:57
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Regione, stretta sui “portaborse”

REGGIO CALABRIA Si annunciano tempi duri per i “portaborse” del consiglio regionale. Basta con le nomine basate sul principio della più alta fedeltà al politico eletto, questa volta ai piani alti di Palazzo Campanella sono determinati a imprimere una svolta rispetto al recente passato. I rilievi formulati nei mesi scorsi, al termine dell’ispezione dei tecnici del ministero dell’Economia, evidentemente hanno lasciato il segno. Motivo per cui il segretario generale del Consiglio, Carlo Calabrò, ha inviato una missiva indirizzata ai trenta consiglieri regionali. Oggetto: invito formale per procedere ad assumere nelle proprie strutture personale con competenze specifiche sulle materie che andranno a trattare. «Da un sondaggio informale condotto in altre assemblee regionali – scrive Calabrò nella lettera fatta recapitare agli eletti della decima legislatura – è emerso che ai collaboratori degli organismi politico-istituzionali, che svolgono funzioni analoghe a quelle dei collaboratori esperti, è richiesto il possesso di competenze, professionalità e titoli di studio adeguati allo svolgimento delle attività loro affidate nell’ambito istituzionale (pareri, attività di studio e consulenza, redazione progetti di legge)».

 

calabrò
Insomma, un cambio di rotta rispetto al passato. Finora nelle strutture di diretta collaborazione dei consiglieri regionali hanno trovato prevalentemente posto dirigenti di partito e amministratori locali che, spesso, si sono battuti per consentire l’elezione nell’Astronave del loro punto di riferimento politico. Niente di illegittimo, intendiamoci. Funziona così un po’ dappertutto. D’altronde basta guardare a quanto è successo in Parlamento in quest’ultima legislatura. Scorrendo gli elenchi del personale incaricato a Montecitorio e Palazzo Madama non è difficile imbattersi in nomi noti al giro della politica.
A Palazzo Campanella, tuttavia, intendono invertire la tendenza. «Dallo stesso sondaggio – aggiunge Calabrò nella lettera – è emerso, altresì, che l’attività esercitata dai collaboratori de quibus viene, comunque, periodicamente attestata tramite relazioni o report». Secondo quanto previsto dalle norme in vigore, ogni consigliere ha diritto a scegliere una figura da porre al vertice della propria struttura. Il compenso, per il prescelto, si aggira (senza contare le ritenute fiscali) sopra i 3.100 euro mensili. Finora è capitato, non molto di rado, che il consigliere abbia deciso di “spacchettare” l’incarico, con lo stesso stipendio diviso al 50% tra due collaboratori. Così, giusto per non deludere nessuno. Si sa, certi equilibri è difficile modificarli…

an. ri.

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