Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 10:40
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Una commissione per il lavoro

Nella progressiva frammentazione del quadro politico nazionale e della società civile, acuita dalla perdita di peso specifico dei cosiddetti poteri orizzontali, il rischio è che i soggetti della vita…

Pubblicato il: 24/02/2015 – 9:17
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo

Nella progressiva frammentazione del quadro politico nazionale e della società civile, acuita dalla perdita di peso specifico dei cosiddetti poteri orizzontali, il rischio è che i soggetti della vita quotidiana, individui singoli o collettivi, particolarmente nelle aree più svantaggiare come la Calabria, restino schiacciati in una solitudine senza rappresentanza. Una solitudine che spesso esaurisce la propria insoddisfazione nella protesta scissa dalla proposta. Occorre, pertanto, piena consapevolezza da parte di tutte le forze politiche calabresi, perché la complessità dei problemi che viviamo s’inserisce nel profondo mutamento della struttura societaria. È quindi indispensabile, vista la gravità della situazione, l’istituzione, da parte del consiglio regionale, come ha già fatto la Regione Toscana, di una Commissione per l’emergenza occupazionale che si attrezzi per “leggere” puntualmente le dinamiche in atto e – in sinergia con le linee programmatiche del governo regionale – provveda a rimarcare la centralità, nell’azione politica e amministrativa, dell’impegno volto a dare risposte al mondo del lavoro in grave affanno ed a tutte quelle situazioni che generano disagio e aumentano le diseguaglianze sociali. La condizione di ritardo di sviluppo della nostra regione è aggravata dall’irrisolto dualismo territoriale Nord/Sud e (segnala il Censis) “dalla destrutturazione del tessuto produttivo del Mezzogiorno” che in Calabria assume forme e percentuali (in specie, per ciò che riguarda il contributo decrescente alla creazione di ricchezza nazionale; la contrazione della base produttiva; le criticità del mercato del lavoro; l’aumento esponenziale della povertà) per più versi inquietanti. Risulta, dalla disamina dei dati messi a disposizione, che oggi, mentre il Nord del Paese si attende una lieve crescita economica che evidenzia la fine della crisi che va avanti dal 2008, persiste nel Mezzogiorno e nelle aree come la Calabria, un’arretratezza nello sviluppo e un ritardo nell’elaborazione dei rimedi da adottare che esigono, da parte della politica, un’ulteriore assunzione di responsabilità. Dall’analisi dei dati disponibili, si evince che oggi la Calabria è “la regione più povera del Paese” (Rapporto Svimez). Ha una disoccupazione giovanile del 65%; vi è una povertà galoppante che coinvolge non più soltanto i ceti sociali meno abbienti; registra una pesante crisi del sistema produttivo non più in grado di assicurare i livelli occupazionali esistenti; la stretta creditizia operata dal sistema bancario deprime investimenti e idee imprenditoriali; la caduta degli investimenti pubblici agisce ferocemente su economie come la nostra e provoca la chiusura di una miriade di iniziative imprenditoriali. Sulla scorta di queste riflessioni, che hanno indotto il premier Matteo Renzi ad asserire che “la Calabria è la madre di tutte le battaglie” e con la convinzione di dovere, con immediatezza, fronteggiare l’emergenza occupazionale, è necessario dotarsi di una specifica commissione. Una commissione che tenga vivo il dibattito pubblico sul tema. E supporti lo sforzo della Regione per ridare speranza e fiducia ai calabresi, attraverso le seguenti modalità: intervenendo su ogni punto di criticità che interessi imprenditori e lavoratori; organizzando audizioni e approfondimenti su singoli casi, col coinvolgimento delle rappresentanze imprenditoriali e sociali; analisi e proposte sulla trasformazione in atto del mercato del lavoro regionale con il contributo di esperti ed Università calabresi; ricognizione, aggiornamento e studio delle proposte per rendere efficienti, sinergiche e proficue le politiche regionali finalizzate alla crescita dell’occupazione e allo sviluppo produttivo; interloquire con la giunta regionale, il governo nazionale e l’Europa su ogni aspetto, provvedimento legislativo ed amministrativo, con l’obiettivo di prevenire criticità imprenditoriali e fronteggiare quelle in atto e, in ogni caso, per garantire una sede istituzionale di ascolto al disagio sociale scaturente dalla crisi di un’azienda e dalla perdita di posti di lavoro.

 

*Consigliere regionale della lista “Oliverio presidente”

Argomenti
Categorie collegate

x

x