La corruzione demolisce la crescita
Non ha avuto mezze parole il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, Mario Condemi, quando ha denunziato, pubblicamente, una vera e propria emergenza corruzione in Calabria. «…
Non ha avuto mezze parole il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, Mario Condemi, quando ha denunziato, pubblicamente, una vera e propria emergenza corruzione in Calabria. «La corruzione – ha detto chiaramente – ha assunto ormai configurazione di sistema. Si è sempre girato intorno, si è fatto capire ma, nel 2015, Condemi più netto non poteva essere. «Pubblico e privato incrociano e condividono interessi di natura criminale». Si poteva mormorare, intuire, ma mai c’è stato un pubblico ufficiale di una chiarezza così estrema, che arrivava a citare Corrado Alvaro: “la disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio – e meno male – che vivere rettamente sia inutile”. Come si possono dire cose di questo genere ai bambini di scuola media, proprio all’indomani dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei conti? Se è così, però, è cosi. I fatti sono lì, ostinati, e mica puoi tacerli. Invitato a parlare sul tema “insieme per crescere nella legalità”, dal dirigente scolastico di San Ferdinando Nicolantonio Cutuli e dalle professoresse Daniela Naso e Tina Laruffa, presente il comandante della stazione dei carabinieri Francesco Romano Vadalà e del vescovo della Diocesi di Oppido Palmi, monsignor Francesco Milito, pur usando parole adatte per ragazze e ragazzi che non avevano più di 13-14 anni, non si è potuto nascondere la verità, anche perché non era giusto.
Agli studenti, con parole appropriate, perché possano trarre utili insegnamenti per il futuro, la verità va sempre detta. Lo ha fatto anche il vescovo, ricordando la pastorale della Conferenza episcopale per quanti, tra i sacerdoti, operano in contesti mafiosi, lo hanno voluto sapere gli stessi studenti con domande appropriate ai relatori. E allora non si è negato che “l’attività repressiva in materia di responsabilità amministrativa e contabile è proprio speculare alla sempre maggiore diffusione di irregolarità gestionali. Che significa? Significa, secondo Condemi, sprechi e soprattutto appropriazione indebita di risorse finanziarie, l’uso di beni pubblici per il soddisfacimento di interessi privati. Significa «un crescendo di illiceità singole e in concorso fraudolento, con funzionari conniventi o inefficienti che depauperano il patrimonio pubblico, in mancanza di controlli interni. È vero che – come dicevano gli antichi – “i soldi fanno venire la vista ai ciechi” o “chi non ruba al governo va all’inferno”, ma come si può dare agli studenti di scuola media una lezione che va in direzione opposta alla verità? Ecco perché, a Catanzaro e in piccolo a San Ferdinando, il tema dello sperpero di risorse – e non solo – è stato il principale. Il fenomeno – cancrena della fruizione indebita, un eufemismo – di contributi e finanziamenti comunitari, nazionali, regionali, ha toccato cifre da record nel 2014. Sono state inflitte condanne per due milioni e mezzo di euro. E non si tratta solo dei famosi prenditori della 488, che proprio nella Piana di Gioia Tauro hanno fatto finta di impiantare un’azienda, hanno assunto – illudendoli – decine di giovani e poi,una volta ottenuti i finanziamenti, se ne sono scappati con la cassa. Hanno mai pagato? Hanno restituito i soldi rubati allo Stato? Notizie di questo genere non ne sono pervenute.
Nell’area portuale che per l’illusione di un anno, sembrava di vivere al Nord, adesso è tutto un deserto. Con i ruderi dei capannoni abbandonati. In assenza di controlli adeguati, in quella come in altre zone, succede di tutto. «È surreale constatare che, al continuo perpetrarsi di truffe e raggiri per ottenere illeciti finanziamenti, corrisponda, di converso, l’incapacità di spendere i ricchi stanziamenti europei per legittimi progetti di sviluppo». E il presidente della Corte dei conti ha voluto, tra gli altri, citare il caso della truffa da mezzo milione di euro messa in piedi da un’associazione che avrebbe dovuto realizzare corsi in materia di cultura democratica e legalitaria. Corsi che, ad onor del vero, si fanno gratuitamente o al massimo col semplice rimborso delle spese se il relatore viene da fuori della zona di intervento. Condemi ha poi parlato del buco nero della sanità, sul quale il Corriere della Calabria si è soffermato quasi settimanalmente, parlando della mala gestione delle aziende sanitarie. Da qui il sollecito, da parte di quanti – non pochi – sono voluti intervenire dopo esser rimasti allibiti dalla relazione del presidente Condemi, a porre in essere misure più efficaci di controllo, capaci di reprimere ogni iniziativa illecita. Nel corso della relazione non si poteva non toccae il caso delle società in house della Regione, considerate, il più delle volte, come espedienti diretti a perseguire consulenze esterne o assunzioni illegittime di personale. Espressamente citato, tra gli altri, il caso di Fincalabra, sul quale molto si è scritto e si è denunciato.
Il presidente della giunta regionale, Mario Oliverio, è stato, per il ruolo ricoperto, chiamato in causa. E così come aveva rilevato, prima dell’inaugurazione dell’anno della Corte di conti, non ha potuto che ribadire il suo assunto. E per questo non ha potuto che parlare di contrasto alla corruzione e di bonifica della pubblica amministrazione (ci sarà la indispensabile rotazione dei dirigenti, quanto mai indispensabile, senza far torto a nessuno, ma a beneficio della collettività?). Non c’è comune capoluogo – la Guardia di finanza è intervenuta ovunque – dove non siano stati segnalati danni erariali. 45 milioni a Catanzaro, 6 a Reggio (a parte il caso del Centro cuore costato un importo di 18 milioni euro e mai realizzato), 9 milioni a Vibo, 15 a Crotone, a Cosenza, oltre 25. Insomma, siamo in piena emergenza. Da bollino rosso, direbbero i medici. Un dato è certo. La promessa di intervento c’è stata. E non può tardare di un giorno. A sentire il presidente di Unindustria, Natale Mazzuca, vengono i brividi.
*Giornalista