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La mozione approvata da Md

REGGIO CALABRIA «Occorre continuare a operare perché il processo penale sia luogo di garanzie eguali per tutti e di affermazione della legalità, senza aree di esenzione legate alla collocazione socia…

Pubblicato il: 29/03/2015 – 13:50
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REGGIO CALABRIA «Occorre continuare a operare perché il processo penale sia luogo di garanzie eguali per tutti e di affermazione della legalità, senza aree di esenzione legate alla collocazione sociale». É quanto scritto nella mozione approvata dal congresso di Magistratura democratica svoltosi a Reggio Calabria. «C’è quindi necessità di un gruppo – prosegue la mozione – che continui a fare critica della giurisprudenza, che sappia essere attento alle trasformazioni sociali e della giurisdizione. Ma questa sfida impone che non si facciano passi indietro. Non si può cedere a una idea impiegatizia della magistratura. Va smascherato l’inganno: se il cambiamento è realizzato indebolendo la giurisdizione e delegittimando la magistratura, esso determinerà un’evidente retrocessione non solo nella tutela dei diritti, ma nella stessa qualità del tessuto civile».
«Magistratura democratica – prosegue la mozione – dovrà attraverso i suoi organi: seguire con attenzione il percorso di riforma costituzionale in corso di elaborazione per impedire che l’equilibrio tra i poteri sia compromesso e assicurare la piena autonomia della giurisdizione, sostenere ogni iniziativa volta alla promozione della giurisdizione come strumento di tutela dei principi costituzionali di uguaglianza e solidarietà sociale».
«La qualità della giurisdizione dipende anche dalla disponibilità di mezzi adeguati per esercitarla, per cui vigileremo per contrastare il taglio indiscriminato delle risorse. Ma qualità della giurisdizione – prosegue – significa anche capacità di organizzarla in modo efficiente avendo come obiettivo non le esigenze dei magistrati ma quelle di tutti coloro a cui è destinato il servizio giustizia. Per questo Magistratura democratica ritiene fondamentale contrastare con fermezza ogni forma di “carrierismo” in magistratura e riaffermare il principio costituzionale della pari dignità delle funzioni opponendosi ad ogni forma – anche surrettizia e strisciante – di reintroduzione della carriera. Questa sarà anche una sfida per Area. Le decisioni assunte nei due precedenti congressi – conclude il testo – sono state attuate con lealtà e con notevole impegno di risorse personali ed economiche: anche grazie a ciò Area è diventata una realtà dell’associazionismo giudiziario e dell’autogoverno. Ma ora occorre un cambio di passo».

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