ROMA Dite a Franco Iacucci (con l’occasione fategli anche i migliori auguri per una buona Pasqua) di informare il capo di gabinetto Gaetano Pignanelli perché provveda a ricordare al presidente Mario Oliverio che il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, è molto arrabbiato con noi calabresi. Un bel guaio se anche il più mite dei ministri del governo Renzi ce l’ha con la Calabria e con il suo governatore. Va bene che poi correrà Ernesto Magorno a dire che non è vero niente e che anzi tra Roma e Catanzaro è tutto rosa, fiori, confetti, nacatole, torroncini, babà, ricchi premi e cotillones, ma nei fatti c’è che Galletti rimprovera alla Calabria di provocare danni economici gravi non solo a se stessa ma anche all’intero Paese che dovrà pagare infrazioni comunitarie per la bella somma di 480 milioni all’anno.
Dopo i continui richiami, infatti, la Calabria continua a non far funzionare i depuratori, inquina i mari ed avvelena i bagnanti.
A fronte di tutto ciò la Regione Calabria, a tutt’oggi, non ha un assessorato all’Ambiente e non ha neanche un direttore generale: quello che c’era è stato mandato a casa e le funzioni sono state assegnate al sindaco di Curinga, Mimmo Pallaria, che assomma anche la direzione generale dei lavori pubblici e degli interventi di tutela del suolo. Una specie di Ercole Incalza (fatti salvi, per l’amor del Cielo, gli aspetti giudiziari) di casa nostra.
E mentre, tutto questo accade, si spreca l’ennesima grande opportunità di fare investimenti, posto che ammontano a circa 2,3 miliardi i finanziamenti europei e del Fondo Sviluppo e Coesione, non spesi, quasi tutti relativi alla programmazione 2007-2013 nel settore della depurazione. Adesso, oltre al danno di non avere speso questo denaro, ecco arrivare la beffa delle multe europee. L’Italia dovrà pagare oltre 480 milioni di euro all’anno se non si metterà in regola entro la fine del 2015. «E si tratta di un obiettivo – afferma sconsolato il ministro Galletti – praticamente impossibile da raggiungere». E snocciola i dati della situazione: «Nel nostro Paese, considerando la rete idrica, ci sono 3.193 agglomerati comunali. Di questi, 1.025 sono in procedura di infrazione. Oltre il 60% degli agglomerati in infrazione sono in Calabria».
Tutto qui, adesso se il buon Iacucci troverà modo di informare della situazione l’ottimo Pignanelli, chissà che non si riesca a comunicare la gravità della situazione al governatore Mario Oliverio, magari lasciandogli anche il cellulare del pluridirettore generale, nonché sindaco di Curinga, Mimmo Pallaria in modo da darsi una mossa.
Paolo Pollichieni
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