CATANZARO «No, non c’è stato assolutamente nessuna polemica con il livelli regionali». Massimo Scura, commissario per il piano di rientro della Sanità, replica così alla pioggia di critiche che gli sono piombate addosso dopo il varo del decreto che ridisegna la rete ospedaliera calabrese. Un sistema che, di fatto, sembra essere riusciti a scontentare tutti. E in primis il governatore che proprio su una rete ospedaliera maggiormente diffusa e comunque più aderente ai bisogni dei territori si era giocato più di una carta non solo alle ultime competizioni regionali. Ma è una presa di posizione, quella di Scura, che tenta di gettare acqua sul fuoco. Almeno nelle intenzioni: «È del tutto evidente – si affretta a commentare il commissario – che nel momento in cui si emette e si decreta un documento di oltre cento pagine, con trenta pagine di tabelle, con sei o sette allegati, è inevitabile che si scateni un’attenzione. È questo un aspetto positivo. Dopodiché in fase di valutazione del budget e dei processi operativi, ci potranno essere gli aggiustamenti necessari: la riorganizzazione della rete ospedaliera non è una camicia di forza che ci impedisce di muoverci». Parole che sembrano essere pronunciate più in veste da pompiere che da chi cerca lo scontro diretto.
Un’apertura che si avverte anche su un terreno ancora più scottante: la vicenda della Fondazione Campanella. È lo stesso Scura a definire il problema come «quello che maggiormente mi sta a cuore sotto il profilo umano e gestionale». E per questo il commissario annuncia: «Stiamo lavorando affinché in tempi ragionevolmente brevi tutto il personale possa trovare occupazione presso altre strutture. Tra oggi e domani, intanto usciranno i bandi per le selezioni presso la “Mater Domini” e il “Pugliese-Ciaccio”: le abbiamo unificate per evitare dispersioni. Poi attraverso il lavoro interinale e altre soluzioni che possano favorire il passaggio di lavoratori tra privati, cercheremo di aiutare tutti gli altri».
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