COSENZA «I cittadini non denunciano il pizzo e non collaborano». Diventa sempre più forte il grido d’allarme degli inquirenti cosentini. Lo ha ribadito il questore di Cosenza, Luigi Liguori, illustrando in conferenza stampa i dettagli dell’arresto, avvenuto in flagranza di reato, di Francesco Attanasio, 48 anni di Cosenza. Gli agenti della squadra mobile lo hanno beccato all’uscita di un esercizio commerciale dove aveva riscosso il “pizzo”. Ma questa volta con uno sconto.
Come ha specificato il capo della squadra mobile, Giuseppe Zanfini: «Attanasio entrava in questo negozio con una cadenza fissa. Ecco perché ha suscitato il nostro sospetto. Proprio ieri si è recato nell’esercizio commerciale e ha avuto una discussione con il proprietario. Ma all’uscita ha trovato noi. Questa volta aveva preso una “mazzetta” da 270 euro. Solitamente ne prendeva 300 ma ieri, forse, il proprietario non poteva dargli di più». Gli inquirenti sono riusciti a filmare la consegna del denaro.
L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Vincenzo Luberto, e dal sostituto procuratore antimafia Pierpaolo Bruni. «Stiamo valutando – ha aggiunto Zanfini – eventuali rapporti con la criminalità organizzata del Cosentino. Attanasio non ha precedenti penali. Di fatto è incensurato». Infatti, il questore Luigi Liguori ha precisato: «Anche nel fenomeno delle estorsioni la persona pulita è più spendibile». «Dobbiamo valutare – ha detto il capo della Mobile – se agiva da solo. Ancora non lo sappiamo. Lo tenevamo d’occhio da tempo. Negli ultimi tre mesi è andato in questo esercizio commerciale nel centro di Cosenza. Stiamo cercando di verificare se si recava ure in altri negozi a richiedere il pizzo. Purtroppo però – ha aggiunto il questore – non c’è stata alcuna collaborazione da parte della vittima. Ha confermato soltanto quando abbiamo mostrato i nostri filmati. Le persone continuano a non denunciare e a non collaborare. Se ci fosse una fattiva collaborazione non ci sarebbe bisogno dei nostri pedinamenti e delle immagini».
Le indagini sono in corso per cercare di fare luce sul giro di estorsioni che soffoca l’economia del Cosentino. E si spera, affermano gli inquirenti, in una maggiore collaborazione delle vittime.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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