CATANZARO «C’è forte preoccupazione per la sottovalutazione che i governi nazionale, regionale e provinciale stanno dimostrando sull’intera vicenda che riguarda la chiusura del tratto dell’autostrada A3 Laino-Mormanno a seguito del crollo della campata del viadotto Italia e che ha causato la morte del giovane lavoratore Adrian Miholca. Auspichiamo che il lavoro della magistratura possa fare chiarezza ed accertare tutte le responsabilità sul tragico incidente». È quanto si afferma in una nota congiunta della Cgil della Calabria e della Camera del Lavoro Pollino Sibaritide Tirreno.
«In merito ai tempi – prosegue la nota – che si stanno determinando e che rispettiamo, perché tutte le attività della magistratura possano garantire gli interventi necessari alla messa in sicurezza del viadotto, riscontriamo i gravi ritardi dei governo nazionale e regionale nel dare risposte certe ai calabresi per una necessaria viabilità alternativa che oggi è inesistente. La problematica più volte sollecitata dalle organizzazioni sindacali, dai sindaci, dalle associazioni di categoria con interventi e manifestazioni, rischia di acutizzarsi se da subito non si interviene con misure immediate e intervenendo sulle strade alternative, utilizzando tutti gli strumenti, decreti e ordinanze straordinarie, per come più volte richiesto nelle scorse settimane».
«Dalle conferenze stampa e dagli annunci – afferma ancora la Cgil – occorre passare a fatti e atti concreti. Ci meravigliamo come il governo nazionale non abbia inteso fare un punto specifico in loco con la Regione, la Provincia e le amministrazioni interessate per affrontare seriamente la questione. Così come non comprendiamo l’assoluto disinteresse ed estraneità della Provincia di Cosenza sulla vicenda, nonostante abbia strade provinciali che potrebbero essere di interesse generale per la viabilità alternativa. Purtroppo dobbiamo ribadire ancora una volta che la Calabria, da figlia prediletta e madre di tutte le battaglie, è diventata figlia di un dio minore».
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