Estorsione all'agenzia funebre, le richieste dell'accusa
REGGIO CALABRIA Undici anni e 8 mesi per Giovanni Spratico, 8 anni e 10 mesi di carcere per Francesco Ollio e 8 anni per Giovanni Dario Valentino: sono queste le pene chieste dal pm Teodoro Catananti…

REGGIO CALABRIA Undici anni e 8 mesi per Giovanni Spratico, 8 anni e 10 mesi di carcere per Francesco Ollio e 8 anni per Giovanni Dario Valentino: sono queste le pene chieste dal pm Teodoro Catananti per i tre responsabili della presunta estorsione nei confronti del titolare di agenzia di pompe funebri Giuseppe Triolo, noto alle cronache come fratello dell’autore delle minacce telefoniche al pm Giuseppe Lombardo. Nei mesi precedenti, Triolo aveva conquistato i titoli dei giornali per aver denunciato e fatto arrestare chi pretendeva di estorcergli denaro. A presentarsi alla sua agenzia di pompe funebri erano stati Giovanni Dario Valentino e Francesco Ollio, reclamando la restituzione di un inesistente debito che l’uomo aveva con Giovanni Spratico. Un debito confermato dal presunto creditore che nel giro di pochi minuti arriva in agenzia, dove all’indirizzo del titolare non esita a pronunciare una minaccia molto chiara «tu – dice l’uomo rivolgendosi a Triolo – mi devi dare 2.000 euro ora e subito, visto e considerato che in passato non hai capito come ti devi comportare… visto che io ti ho chiesto tante volte aiuto in un altro modo ed evidentemente non hai capito e non ha funzionato, adesso ti arrangi e paghi, se no sono cazzi tuoi». Non era la prima volta che l’uomo – riferirà Triolo ai carabinieri nel denunciare l’accaduto – si presentava in ufficio chiedendo o pretendendo del denaro a sostegno dei detenuti. In passato, Spratico aveva invano chiesto “una mano” per sostenere le spese legali e della detenzione del figlio, arrestato nel luglio 2012 per rapina aggravata e ricettazione in concorso, ma pur non avendo gradito la risposta negativa ricevuta da Triolo, se ne sarebbe “semplicemente” andato via indispettito. Il 23 maggio scorso dell’anno scorso no. Alle resistenze di Triolo, sarebbe seguita un’accesa conversazione degenerata in una vera e propria rissa all’interno dell’ufficio del titolare, quindi i tre – ripresi dalle telecamere del circuito di videosorveglianza – si sarebbero allontanati indisturbati. Stufo e indignato, Triolo avrebbe deciso di denunciare, consentendo agli inquirenti di individuare i tre uomini arrestati lo scorso 13 gennaio.
a. c.