COSENZA Il Tribunale di Cosenza ha assolto Domenico Sperlì, primario del reparto di Pediatria dell’ospedale “Annunziata”. Sperlì era imputato, assieme ad alcuni colleghi, per la morte di Romano Marino, il bambino di 13 anni deceduto nel nosocomio bruzio nel 2010. Il piccolo era affetto dalla Sindrome da attivazione macrofagica, una malattia autoimmune sottostimata che ha un’incidenza di 1 a 50.000 come la più conosciuta Sla.
Il giudice Manuela Gallo, dopo oltre due ore di camera di consiglio, ha assolto tutti gli imputati. Per l’accusa, i sanitari avrebbero perso tempo utile per avviare le cure necessarie al bambino. Il pubblico ministero Antonio Bruno Tridico aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione per Sperlì e l’assoluzione per gli altri imputati, che sono medici del reparto: Marianna Neri, Clementina Rossi, Rosanna Camodeca, Rosaria De Marco e Vittoria Greco. Nella sua requisitoria, il pm aveva motivato la richiesta di assoluzione perché Sperlì ha ribadito che ogni azione è stata fatta nell’assoluto rispetto delle regole ma sempre su sua direttiva, ribadendo – però – di aver fatto di tutto per salvare il ragazzino. Secondo la pubblica accusa, invece, non avrebbe capito in tempo che cosa avesse il 13enne e non si sarebbe agito tempestivamente. In mattinata è toccato agli avvocati della difesa fare le loro arringhe. La Procura è intenzionata a presentare appello contro la sentenza di assoluzione.
mi. mo.
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