CATANZARO Un lungo interrogatorio si è tenuto questa sera per Domenico Giampà, il centrocampista del Catanzaro calcio coinvolto nell’indagine Dirty Soccer che mira a fare luce su una serie di combine e frodi sportive che coinvolgono le categorie di Lega Pro, serie D ed Eccellenza. Il giocatore, accompagnato dal proprio legale, Arturo Bova, ha respinto le accuse che gli vengono contestate e ha riportato agli inquirenti la propria versione dei fatti.
In particolare, Giampà è accusato di avere preso parte alla combine dell’incontro Barletta-Catanzaro che si è svolto lo scorso primo aprile. Il Catanzaro avrebbe dovuto perdere contro il Barletta, secondo i desiderata dell’allenatore del Barletta, Ninni Corda che, grazie all’intermediazione di Ercole Di Nicola, direttore sportivo de L’Aquila, avrebbe promesso denaro al direttore sportivo del Catanzaro, Armando Ortoli. Ma non solo. Gli inquirenti sostengo che, pur di raggiungere lo scopo, il direttore sportivo del Barletta, Luigi Condò, con l’aiuto del collega della Vigor Lamezia, Fabrizio Maglia, avrebbe offerto al centrocampista del Catanzaro, Domenico Giampà, soldi per far perdere la sua squadra.
Una frode sportiva che, però, non è andata in porto poiché la partita è poi finita con un pareggio (1-1), risultato ottenuto, secondo le indagini, solo grazie all’intervento del presidente del Catanzaro, Giuseppe Cosentino, e al suo rifiuto di fronte alla proposta di Giampà che oggi, davanti agli investigatori della squadra mobile, ha ricostruito la sua versione dei fatti.
ale. tru.
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