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Politiche sociali, l'ex dg Caserta: «Chiarirò la mia posizione»

Riceviamo e pubblichiamo   Egregio direttore, quali procuratori e difensori del dott. Vincenzo Caserta, Le chiediamo di pubblicare integralmente sul Suo quotidiano la presente dichiarazione e re…

Pubblicato il: 24/06/2015 – 9:14
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Politiche sociali, l'ex dg Caserta: «Chiarirò la mia posizione»

Riceviamo e pubblichiamo

 

Egregio direttore,
quali procuratori e difensori del dott. Vincenzo Caserta, Le chiediamo di pubblicare integralmente sul Suo quotidiano la presente dichiarazione e rettifica, quale necessaria conseguenza dell’articolo pubblicato in data 18.6.2015, a firma di Alessandro Tarantino, dal titolo “Spariti i fondi per le Politiche sociali”, dal tenore e contenuto ingiustamente offensivi dell’onore e della reputazione del nostro rappresentato.
Nel citato scritto, che prende le mosse da una “indagine contabile nel dipartimento Lavoro e Politiche sociali”, i cui risultati sono stati resi pubblici dall’attuale direttore generale, dott. Antonio Nicola De Marco, si afferma che il “settore socio-assistenziale ha prodotto, tra il 2014 e il 2015, un “buco” di 19 milioni di euro, oltre a 4 milioni pagati tramite voucher a strutture non accreditate. Inoltre – e questo è il caso più eclatante – 7,8 milioni di euro sarebbero stati “distratti” dai fondi destinati al comparto socio-assistenziale per finire nelle casse di Calabria etica, la fondazione in house della Regione”.
Ferma tale premessa, l’articolo specifica come il “fatto sarebbe avvenuto nei mesi di giugno e luglio 2014, quando a dirigere l’ente era Pasqualino Ruberto, assessore al ramo era Nazzareno Salerno e direttore generale del dipartimento Lavoro e Politiche sociali era Vincenzo Caserta”.
È evidente come la successione di notizie riportate leghi, causalmente, il denunciato “buco” milionario (anche) alla persona del nostro assistito, dirigente generale reggente del dipartimento Lavoro dal mese di maggio 2014 sino all’insediamento del dott. De Marco.
I fatti, così come esposti, sono frutto di gravi errori di “metodo” e di “merito”.
In primo luogo, di “metodo”.
Non è in discussione, certamente, l’avvio di un’indagine interna da parte di una commissione composta anche dal nuovo dirigente generale. Anzi.
Lo stesso dottore Caserta ha fatto parte di detta commissione, nella sua qualità di dirigente generale reggente, sostituito infine dal dott. De Marco.
Ciò che il dottor Caserta contesta, fermamente, anche per la propria partecipazione alla commissione, è che il nuovo dirigente generale abbia deciso di consegnare al presidente della giunta dati e informazioni – peraltro mancanti di una visione di insieme – senza neppure sentire il bisogno di un preliminare confronto con chi quell’incarico lo aveva svolto per mesi e avrebbe avuto tutto il diritto, oltre che il dovere, con riferimento al periodo ricadente sotto la propria gestione, di rendere in contraddittorio tutti i necessari e opportuni chiarimenti.
Nulla di tutto ciò.
Si è preferita la logica della “contrapposizione”, anziché quella del dialogo – quale conseguenza naturale dell’avvicendamento alla guida del dipartimento Lavoro –, e così, affastellando dati, si è finito per esporre direttamente (quanto ingiustamente) alla gogna mediatica un “dirigente” che ha servito per oltre 20 anni – con lealtà e dedizione – la Regione Calabria.
In secondo luogo, poi, quanto diffuso mediaticamente sulla vicenda de qua è anche censurabile nel “merito”.
Sul punto, ovviamente, il dottor Caserta chiarirà analiticamente i fatti nelle sedi naturali, amministrativa (con il presidente della giunta regionale) e giudiziaria (intraprendendo ogni iniziativa a tutela della propria onorabilità e reputazione professionale).
Peraltro, gli spazi consentiti su un quotidiano di informazione non consentono di affrontare, funditus, tutte le questioni aperte dalla nota di informazione su una vicenda oggettivamente complessa e composita.
In questa sede, però, è necessario affermare con forza che le affermazioni diffuse a mezzo stampa non corrispondono alla realtà dei fatti e dimostrano una conoscenza incompleta delle dinamiche normative ed operative che regolano l’attività del dipartimento Lavoro.
Non corrisponde al vero, ad esempio, che durante la gestione del dott. Caserta (limitata a pochi mesi) siano stati erogati 8 milioni di euro in favore della Fondazione Calabria etica. Gli unici decreti firmati dal dott. Caserta hanno permesso la liquidazione di circa 1,5 milioni di euro relativi a convenzioni e progetti approvati dalla Regione Calabria e/o conclusi negli anni precedenti e risalenti addirittura al 2011.
Ancora, non corrisponde al vero che “4 milioni di euro in voucher sono stati utilizzati per liquidare somme a strutture socio-assistenziali non accreditate”. Il dipartimento Lavoro, per l’anno 2014, si è limitato a dare seguito alla Dgr numero 82 del 28.2.2014 (di molto antecedente alla nomina del dott. Caserta) e al Piano Regionale dei Servizi Sociali (approvato dal Consiglio regionale con Delibera n° 364 del 6.8.2009), avviando dunque le procedure istruttorie finalizzate all’accreditamento delle strutture, nonché al sostegno delle famiglie in difficoltà ospiti di strutture ricettive già autorizzate. Non, dunque, dilapidando somme come invece viene affermato.
Infine, non corrisponde al vero la presunta spesa di 5 milioni di euro per affidi di minori fuori regione, risultando dagli atti in possesso del dipartimento che gli importi spesi in materia sono poco più di trecentomila euro (meno di 1/10).
Ovviamente su tali questioni, così come su tutte le altre “denunciate”, il dottore Caserta ha immediatamente chiesto (e ottenuto) un incontro sia con il presidente della giunta regionale che con l’assessore Guccione, al quale renderà ogni chiarimento sulle ragioni tecniche e giuridiche della propria azione amministrativa, ispirata, da sempre (quale funzionario, prima, dirigente di settore, poi, e da ultimo anche dirigente generale), al perseguimento dell’interesse della Regione Calabria.
Opera di fortificazione e chiarimento già avviata con propri scritti sin da venerdì 19 giugno u.s., vale a dire all’indomani della frettolosa conferenza stampa.
Il procurato allarme generato con le note diffuse nei giorni scorsi ha leso gravemente l’onore e la reputazione professionale del dott. Caserta, privato non solo del diritto al contraddittorio (preventivo) ma anche -e specularmente- della possibilità di adempiere al dovere di rendere ogni chiarimento sul proprio operato.
Di più. Tale modus operandi, gettando sommariamente discredito sull’operato di un “dipendente” della Regione, attraverso “sentenze” pronunciate inaudita altera parte finisce, inesorabilmente, anche per indebolire la stessa “operazione verità” portata avanti dal Presidente Oliverio.
Non può esserci verità senza giustizia. E non può esserci giustizia senza assicurare, prima, al diretto interessato, il diritto al contraddittorio.

 

Francesco Iacopino e Crescenzio Santuori, legali di Vincenzo Caserta.

 

Prendiamo atto della replica dei legali di Caserta. Nel nostro servizio, ci siamo limitati a riportare i contenuti della conferenza stampa di Oliverio e Guccione. L’ex dirigente generale del dipartimento Lavoro racconterà la sua versione dei fatti – come già annunciato in questa nota – al presidente della giunta regionale e all’assessore alle Politiche sociali.

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