Sit-in della Cgil, prevista l'adesione di oltre 500 lavoratori
CATANZARO Continuano a crescere di ora in ora le adesioni alla grande manifestazione organizzata dalle categorie del pubblico impiego di Cgil e Cisl e prevista per domattina. L’appuntamento, per i di…

CATANZARO Continuano a crescere di ora in ora le adesioni alla grande manifestazione organizzata dalle categorie del pubblico impiego di Cgil e Cisl e prevista per domattina. L’appuntamento, per i dipendenti delle strutture della sanità privata accreditata che saranno a Catanzaro in arrivo con i pullman da tutta la Calabria, è davanti al dipartimento Tutela della salute in via Buccarelli, dove si svolgerà un sit-in, con inizio alle ore 9 fino alle 14. Si prevedono oltre cinquecento dipendenti del settore. È sempre più forte, infatti, la preoccupazione in merito al decreto firmato nelle scorse settimane dal commissario Scura, in materia di sanità convenzionata, il numero 62 dell’11 giugno 2015.
«Questo provvedimento – afferma il segretario Funzione pubblica Cgil Calabria Alfredo Iorno – introduce, modificando la legge regionale finora in vigore, la numero 24 del 2008, la possibilità di togliere regole e certezze ai contratti dei lavoratori del settore, perché la legge 24 legava la tipologia delle tariffe delle prestazioni al tipo di contratto, ma, attraverso il nuovo decreto a firma del commissario Scura, il 62/2015, appare chiaro che questo passaggio, non esattamente di poco conto, viene eluso. Domani – prosegue Iorno – faremo sentire forte la voce dei lavoratori della sanità convenzionata, un settore già di per sé in ginocchio, che manifesteranno davanti al dipartimento regionale insieme a Cgil e Cisl perché le continue deroghe ai contratti nazionali significano sempre di più contratti di prossimità, ovvero stipendi dimezzati per i lavoratori e diritti calpestati. Ma questa grande manifestazione a Catanzaro, sarà anche l’occasione per ribadire che la Cgil dice basta al commissariamento. Questo decreto di Scura ci lascia a dir poco sorpresi. Non accettiamo provvedimenti che si traducono in regali ai datori di lavoro, e in una riduzione dei diritti per i lavoratori».