«Su questa giunta mi gioco la faccia»
CATANZARO «Permettetemi di salutare e ringraziare per il lavoro svolto gli assessori uscenti e il presidente del consiglio regionale uscente Tonino Scalzo. A chi insinua che finalmente ora può inizia…

CATANZARO «Permettetemi di salutare e ringraziare per il lavoro svolto gli assessori uscenti e il presidente del consiglio regionale uscente Tonino Scalzo. A chi insinua che finalmente ora può iniziare la legislatura, ricordo che era iniziata sei mesi fa, sette mesi in cui abbiamo lavorato alacremente avendo trovato una situazione disastrosa in Regione sotto tutti i punti di vista». È questo l’esordio di Mario Oliverio nella conferenza stampa convocata per la presentazione del nuovo esecutivo, questa mattina a Catanzaro. «Il lavoro svolto su fondo europei, lavoro e l’impegno sul bilancio, – ha proseguito Oliverio – danno il senso. La giunta che oggi presentiamo è espressione di qualificata presenza femminile. È la risultante di un rinnovamento epocale agevolato anche da atteggiamenti positivi da parte di consiglieri regionali. Non ho visto nessuno che si è opposto a questa operazione di radicale rinnovamento».
Oliverio torna sui refrain della campagna elettorale: «C’è infatti da affermare una netta discontinuità con il passato: su questo progetto ho chiesto un consenso che ho avuto ed è stato largo. Io quindi non posso deviare da questo progetto. Io su questo progetto mi gioco la faccia e la mia carriera. Questa scelta non è quindi dettata da soggetti esterni: le vicende che hanno interessato la precedente legislatura sono vicende gravi per le quali io sono sicuro che le singole posizioni saranno chiarite». La discontinuità, nelle intenzioni di Oliverio, riguarda anche gli effetti dell’ultimo scandalo, la Rimborsopoli che ha scosso le fondamenta dei Palazzi calabresi del potere: «Mi farò promotore di un’ulteriore modifica alla legge sui finanziamenti ai gruppi con la quale ci proponiamo di cancellare i fondi e di assistere i gruppi solo fornendo loro servizi».
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«Quella di oggi – ha detto ancora il governatore – la considero una mia scelta necessaria per aprire un nuovo corso per la vita della Calabria e di cui mi assumo la piena responsabilità. È una scelta compiuta – ha proseguito il governatore – nel momento in cui era possibile realizzarla. C’è stato anche chi, nonostante avesse responsabilità nella situazione della Regione, ha provato a mettere o bastoni tra le ruote del cambiamento chiedendo un referendum legittimo. La mia storia è l’esaltazione della politica e la rivendico con orgoglio, ma questa decisione è detta dall’esigenza di rispondere».
Un messaggio a Forza Italia, compagine nella quale Oliverio “salva” i consiglieri che hanno fatto saltare il referendum: Giuseppe Graziano ed Ennio Morrone.
Il governatore, poi, frena anche chi vede svilito il ruolo del consiglio regionale, come i consiglieri della lista “Oliverio presidente”: «Il cuore di questa operazione di rinnovamento è il consiglio regionale: non ci saranno poteri extraistituzionali. In queste stanze c’è stato un governo formale che ha risposto a poteri esterni. È una scelta che non faccio in solitudine: accanto a me ci sono persone autorevoli e perbene, ma accanto a me c’è la Calabria. Questa scelta esalta l’autonomia della Calabria evidenziando come il sottoscritto non è subalterno a poteri centrali. Grazie a Renzi, Lotti, Guerini e Minniti ma Oliverio “nasce” dalle primarie e dalla gelosa custodia della feconda autonomia regionale. È questo l’ancoraggio a cui volterò mai le spalle».
Poi il presidente della giunta regionale si concentra sulla squadra: «Ho chiesto al professor Viscomi un sacrificio, quello di lasciare l’incarico affidatogli un mese fa (direttore generale della Presidenza, ndr) per essere al mio fianco in questa sfida (Viscomi sarà vicepresidente, ndr). Abbiamo scelto autorevoli professionisti e rappresentanti delle Università calabresi. La grande importanza che attribuiamo al porto di Gioia Tauro meritava una delega apposita, affidata ad una persona (il professor Francesco Russo dell’università “Mediterranea” di Reggio Calabria, ndr) la cui competenza ed esperienza sono un valore aggiunto».
Altri, invece, i progetti per le deleghe non assegnate: «Su Beni culturali e Turismo penso di creare strutture apposite da affidare ad esperti calabresi di caratura nazionali. Immaginiamo poi due o tre unità di missione per risorse idriche, difesa del suolo e riorganizzazione della Regione in cui affronteremo nodi strutturali perché il cambiamento passa anche dal cancello della burocrazia regionale che deve mettersi al passo. Chi non si mette al passo, a partire da me, resta fuori dal campo che si apre. C’è un solo misuratore: rispondere alla velocità che richiede la situazione». E in questo senso – è una denuncia che Oliverio rilancia – «la Regione è una palude con tanti elementi: un sistema che non va bene, la pigrizia e il tirare a campare. C’è bisogno di un passo nuovo. E mi auguro che già nella prima giunta regionale sarà approvato il piano anticorruzione che abbiamo preventivamente presentato al presidente Anac Cantone. Mi auguro che tutti coloro i quali hanno a cuore questa terra e vogliono il cambiamento, facciano il proprio ruolo. Non chiedo un assenso preventivo, ma un’assunzione di responsabilità da parte di tutti».
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it