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Marini: giunta di tecnici? Fallimento della politica

CATANZARO «E’ un fallimento della politica». E’ netto il giudizio di Cesare Marini, già senatore della Repubblica, sulla decisione di Mario Oliverio, governatore della Regione Calabria, di affidare a…

Pubblicato il: 13/07/2015 – 19:52
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Marini: giunta di tecnici? Fallimento della politica

CATANZARO «E’ un fallimento della politica». E’ netto il giudizio di Cesare Marini, già senatore della Repubblica, sulla decisione di Mario Oliverio, governatore della Regione Calabria, di affidare a una giunta di tecnici le sorti della sua legislatura.
Il senatore, a margine dell’appuntamento dell’incontro dal titolo “Politiche di sviluppo e lavoro in Calabria” organizzato dal Forum dei Riformisti che egli stesso presiede, ha comunque sospeso ogni valutazione sull’efficacia della scelta di Oliverio: «Non è possibile che la politica deleghi ad altri il ruolo che essa stessa è chiamata ad assolvere, ma questo non significa che questa giunta non possa lavorare arrivando a risultati positivi per la nostra terra. Prima di esprimere un parere quindi, è necessario aspettare e capire quali saranno i risultati che la Regione riuscirà ad ottenere».
Quanto al convegno, oltre a Marini, da registrare la partecipazione di Rosario Olivo, già presidente della Regione Calabria, sindaco di Catanzaro e sottosegretario al Ministero del Lavoro oltre che dirigente nazionale del Partito socialista italiano, di Saverio Zavettieri, ex assessore regionale alla Pubblica istruzione nell’era Chiaravalloti, Roberto e Fabio Guerriero, figli dell’ex sindaco di Catanzaro Pino Guerriero nonché rispettivamente consigliere comunale del capoluogo e candidato alle ultime elezioni regionali nella lista del Partito democratico.
Al tavolo dei relatori, assieme a Marini, Valerio Donato e Vittorio Daniele, entrambi docenti dell’università di Catanzaro, rispettivamente di Diritto privato ed Economia politica. A sollevare il confronto, l’analisi del contesto economico e sociale calabrese da parte di Daniele per il quale la competitività del sistema Calabria non può passare attraverso i canali dell’industria tradizionale, nel cui confronto non solo la nostra regione, ma tutto il Paese perde senza partita contro i Paesi emergenti europei, il cui contesto economico è di gran lunga favorevole alle aziende manifatturiere per il basso costo del lavoro, i bassi costi sociali e le tassazioni agevolate. Temi macroeconomici su cui nessun governo regionale può influire. Diverso il discorso, invece, per quanto riguarda i settori in cui lo sviluppo è vincolato al territorio: l’agroalimentare, il turismo, la cultura, sanità e infrastrutture, in cui è necessario operare puntando sulla qualità dell’offerta. Solo i settori in cui esiste un elevato valore aggiunto possono quindi determinare una crescita dell’economia in regione.
Tra i dati analizzati da Daniele, anche quelli relativi agli investimenti effettuati con i Por 2007-13. Anche in questo caso, oltre alla valutazione meramente numerica del dato (59,7% la spesa dei fondi Fesr e 76% quella del Fondo sociale europeo a disposizione della Calabria), a preoccupare è l’aspetto qualitativo dei dati. L’eccessivo ricorso ai cosiddetti “progetti sponda”, vale a dire opere già realizzate i cui costi sono stati comunque fatti rientrare nella programmazione europea, e soprattutto l’eccessiva parcellizzazione delle risorse sintomo della mancanza di una visione d’insieme, sono tra i principali indicatori di come si possa parlare di un sostanziale fallimento della politica che avrebbe dovuto semplicemente supportare lo sviluppo della nostra terra che il fiume di denaro giunto in Calabria da Bruxelles avrebbe potuto portare.

 

Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it

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