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Sequestrato dall'Antimafia anche "il Baroccio"

ROMA Un ristorante nel centro storico di Roma è stato sequestrato questa mattina in esecuzione di un decreto emesso dal gip presso il Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione distrettuale an…

Pubblicato il: 15/07/2015 – 9:25
Sequestrato dall'Antimafia anche "il Baroccio"

ROMA Un ristorante nel centro storico di Roma è stato sequestrato questa mattina in esecuzione di un decreto emesso dal gip presso il Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. In particolare, spiega la Dia in una nota, il provvedimento del gip riguarda «il 60% delle quote della società Barroccio 2015 srl, insieme al suo intero patrimonio aziendale costituito dal ristorante “Il Barroccio”, sito nella centralissima via dei Pastini, in zona Pantheon, nonché la somma di 70.000 euro circa, depositata su un conto corrente bancario».

I beni, si legge nella nota della Dia, sono «entrambi riferibili a Salvatore Lania, l’imprenditore calabrese di Seminara residente a Roma, arrestato il 12 marzo scorso e al quale erano già stati sequestrati due altri famosi ristoranti, “Il Faciolaro” e “La Rotonda”, siti nella medesima via della Capitale, nonché altri beni mobili ed immobili, per un valore complessivo di 10 milioni di euro».

«Il sequestro odierno, eseguito dagli investigatori della Dia di Roma, è il risultato delle attività di approfondimento e degli ulteriori accertamenti effettuati a carico del Lania – spiega la Dia – a seguito dell’operazione del marzo scorso. Il valore dei beni in sequestro ammonta a circa un milione di euro».

Lania è stato accusato, in concorso con altre persone, di intestazione fittizia di beni. Il suo nome era già venuto fuori nell’inchiesta sulle infiltrazioni della cosca Alvaro di Sinopoli (Reggio Calabria), che portò al sequestro e alla confisca del “Cafè de Paris” di via Veneto. L’attività aveva in particolare fatto luce sui rapporti tra Lania e personaggi contigui alla cosca Alvaro di Sinopoli (Reggio Calabria), tutti coinvolti in un vasto commercio transnazionale di merci contraffatte, prodotte in Cina, “sdoganate” a Gioia Tauro con l’appoggio della cosca Piromalli-Molè, con destinazione finale Repubblica Ceca.

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