«In merito ai reati contro la pubblica amministrazione serve una corsia preferenziale o è inutile indagare. La prescrizione ferma la giustizia. Così si espresse un suo sostituto in una lunga, dettagliata e coraggiosa intervista apparsa da parecchio tempo sul Corriere della Calabria, in seguito alla quale non vi sono stati, in generale, cambiamenti significativi. Venuti a conoscenza di provvedimenti – a parere degli scriventi – illeciti emessi sia dalla Regione Calabria che dai commissari delegati all’attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale, abbiamo correttamente esperito le vie politiche e amministrative, chiedendone la revoca o modifica». È quanto affermano i deputati M5S, Dalila Nesci e Paolo Parentela, in una lettera inviata al procuratore capo di Catanzaro Vincenzo Lombardo.
«Andate a vuoto le predette richieste e permanendo gli illeciti – è scritto ancora nella nota – non ci è rimasto altro, come d’uso in uno Stato di diritto, che investire la giustizia; nella fattispecie la Procura della Repubblica di Catanzaro, cui abbiamo presentato vari esposti. Converrà che alcuni di essi sono particolarmente rilevanti, in quanto legati a un uso “disinvolto” delle finanze pubbliche, esattamente come per la cosìddetta “Rimborsopoli” calabrese, attuata con maggiori note di colore ma la cui sostanza è identica: distrazione di denaro pubblico. Rispetto ad alcuni nostri esposti, l’attività d’indagine non dovrebbe essere particolarmente complessa. Pensiamo, ad esempio, a un riscontro di viaggi o pernottamenti, come nel caso dell’esposto sulla retribuzione del subcommissario Urbani; pensiamo a una richiesta del parere privato col quale il dottor Gioffrè ritiene di essere legittimato a svolgere l’incarico di commissario dell’Asp di Reggio Calabria. Pensiamo, ancora, alla vicenda dell’illecito surplus di finanziamento della Regione Calabria all’Università di Catanzaro, su cui abbiamo fornito elementi estremamente precisi, con riferimenti specifici ad atti e circostanze. Non avendo avuto riscontro in ordine all’inizio dell’attività di indagine, le abbiamo chiesto un apposito incontro in cui, come ricorderà, lei ci ha garantito l’operatività della Procura.
Pertanto, con la presente, nel sollecitarle quel riscontro che si era impegnato a fornire, le comunichiamo che in mancanza chiederemo agli organismi competenti di conoscere i motivi di un atteggiamento della Procura che sarebbe incomprensibile, in ordine agli esposti presentati».
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